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Abitazioni idroelettriche per i newyorkesi di domani

Passerelle galleggianti ingabbiate in idro-turbine ridisegnano porti e corsi fluviali. Il progetto dello studio GRO Architects rinnova così il binomio energia pulita/edilizia

Ritorna il connubio tra architettura e fonti rinnovabili, stavolta non modellando il costruito nell’ottica dell’autosufficienza dei consumi ma come vera e propria forma di produzione energetica. E l’intento di “FH2 Flood Harvesting Housing” è quello di rendere apprezzabile il concetto di come si possa vivere sostenibilmente addirittura producendo elettricità, senza rinunciare ad una certa estetica.
Il progetto, firmato GRO Architects e collocato mentalmente nell’Hudson a New York, si avvale di moduli architettonici concepiti originariamente come una sorta di passerelle galleggianti, estensione artificiale delle tradizionali banchine portuali; ogni unità sarebbe stata dotata di tre turbine idroelettriche verticali fissate nella parte inferiore della stazione per raccogliere correnti a 4 miglia orarie e generare fino a 24 kW per modulo.
Ma dalla presentazione di FH2 al Magazine Next Generation Design Competition ad oggi gli architetti hanno ulteriormente rivoluzionato i disegni immaginando passaggi chiusi che facciano da core strutturale e grandi turbine esterne a gabbia. Queste stazioni – spiegano i progettisti – sarebbero collegate ai pilastri tradizionali della città, estendendosi nei fiumi e potrebbero ridurre la necessità di energia tradizionale per l’illuminazione delle vie cittadine con ogni modulo in grado di alimentare 350 lampioni a LED. Il sistema si presta ad essere ulteriormente esteso lungo i fiumi sia per produrre energia che aumentare gli spazi verdi ricreativi e i bacini protetti per la fauna marina e alla possibilità di ridisegnare completamente il volto di zone portuali e fluviali.

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