Per garantire l'applicabilità della nuova normativa, l'ECHA modifica il limite minimo consentito rispetto alle dimensione delle particelle di plastica.
La legge UE contro le microplastiche potrebbe incentivare l’uso di nanoplastiche
(Rinnovabili.it) – Secondo alcuni gruppi di esperti, la futura legge UE contro le microplastiche potrebbe peggiorare l’attuale situazione di habitat ed ecosistemi invasi da queste minuscole particelle. Il prossimo anno, infatti, la Commissione Europea intende realizzare una proposta dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) con lo scopo di impedire l’aggiunta di microplastiche in determinati prodotti venduti nell’eurozona.
Tuttavia, se la proposta iniziale prevedeva il divieto di tutte le microplastiche con una dimensione minima di 1 nm per le particelle e di 3 nm per le fibre, dopo una serie di consultazioni con gli stakeholder industriali l’ECHA ha deciso di ridurre la dimensione minima concessa di ben 100 volte. Ciò permetterebbe all’industria di utilizzare particelle ancora più piccole in prodotti quali cosmetici, detergenti e vernici.
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In merito alla legge UE contro le microplastiche, l’European Environmental Bureau (EEB) ha sottolineato che “fornirebbe ai produttori un incentivo perverso a cambiare la produzione dalla microplastica alla nanoplastica, che può essere ancora più dannosa per la salute umana e animale perché in grado di danneggiare le cellule“.
L’ECHA ha dichiarato a Reuters di aver modificato il limite di dimensioni per garantire che la restrizione possa davvero essere applicata, considerando che molti gruppi industriali hanno sottolineato l’impossibilità di monitorare le particelle più piccole. Tra questi, il gruppo dell’industria chimica europea CEFIC. “In molti casi, le dimensioni inferiori sono impossibili da misurare, il che comprometterebbe la capacità di implementare e far rispettare la legge UE contro le microplastiche“, ha dichiarato CEFIC in un comunicato all’agenzia stampa.
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Il comitato per la valutazione dei rischi, un gruppo di esperti che consiglia l’esecutivo europeo, ha affermato che esiste un “significativo divario di conoscenze”, ma la ricerca suggerisce che le particelle più piccole sono più tossiche e possono penetrare in profondità nelle cellule. In Europa, ogni anno circa 42.000 tonnellate di microplastiche aggiunte intenzionalmente vengono rilasciate nell’ambiente.