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Gas circolare: in fase di studio nuovo impianto di syngas dai rifiuti

Eni e NextChem rafforzano la loro partnership con la valutazione di un terzo impianto “Waste-to-X”. Dovrebbe sorgere all’interno della raffineria Eni e produrre, a partire da solidi urbani e plastiche non riciclabili, gas di sintesi

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(Rinnovabili.it) – Trasformare i rifiuti in gas circolare con cui soddisfare le esigenze industriali e del settore trasporti. È l’obiettivo congiunto di Eni e NextChem, la controllata di Maire Tecnimont per la chimica verde che oggi rafforzano la propria partnership con un nuovo progetto: un impianto di produzione di syngas (o più semplicemente gas di sintesi) tramite riciclo chimico da realizzare a Taranto. Le due società hanno firmato oggi l’intesa e stanno valutando dal punto di vista tecnico ed economico l’applicazione della tecnologia, all’interno della raffineria del cane a sei zampe.

L’approccio è quello “Waste-to-X” che contraddistingue anche gli altri due progetti firmati Eni-NextChem, ossia l’impianto “Waste to Hydrogen” presso la bioraffineria a Porto Marghera, e il sistema “Waste to Methanol” di Livorno.

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Anche in questo caso le risorse di partenza sono i rifiuti, e più precisamente quelli solidi urbani (CSS) e le plastiche non riciclabili (plasmix). Grazie al processo di gassificazione, messo a punto da NextChem, è possibile trasformare questi scarti in syngas. Si tratta di una miscela costituita principalmente da monossido di carbonio e idrogeno che può essere ulteriormente trattata per ottenere prodotti chimici di alto valore.

L’idea alla base del progetto è raffinare questo “gas circolare” in due flussi indipendenti. Da un lato si potrebbe sfruttare l’idrogeno, destinandolo alla stessa raffineria Eni; dall’altro la miscela ricca di monossido di carbonio potrebbe essere impiegata in acciaieria, sia nei processi in altoforno che nelle nuove tecnologie DRI (Direct Reduced Iron). Questo offrirebbe un contributo importante sia alla gestione dei rifiuti che alla decarbonizzazione dell’industria siderurgica. 

La soluzione tecnologica di NextChem consente, infatti, una notevole riduzione dell’emissione di CO2 sul ciclo di vita rispetto all’attuale trattamento di CSS e plasmix mediante termovalorizzatori. E permette di ottenere prodotti chimici di origine “circolare” senza ricorrere all’estrazione di nuovi risorse di origine fossile.

In base all’accordo firmato oggi, NextChem sta finalizzando gli aspetti relativi all’applicazione industriale dell’iniziativa. Un gruppo di lavoro congiunto tra le due realtà verificherà la fattibilità tecnica, economica e dei flussi dell’impianto. Rilevante sarà anche il coinvolgimento delle istituzioni del territorio.

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