Anche quest’anno la manifestazione romana fa il punto dei progressi che il settore automobilistico e quelli correlati hanno compiuto negli ultimi dodici mesi in materia di abbattimento delle emissioni nocive delle vetture sia per quanto riguarda la produzione attuale ed imminente, sia per gli studi e le ricerche a più lungo respiro
Emissioni zero. Questa è la meta. Oggi chi più chi meno, chi con un background più consistente, chi con dei programmi più ambiziosi, nessuno può sottrarsi alla ricerca del miglior rapporto tra efficienza dell’auto e l’invitabile inquinamento. Ma questo inquinamento è davvero inevitabile? Ci provano a rispondere esperti, tecnici delle aziende automobilistiche, nella prima giornata dell’ottava edizione di “H2 Roma” organizzato, animato e condotto dal professor Fabio Orecchini che ormai è l’anima di questo appuntamento annuale cui si incontrano giornalisti, tecnici, ricercatori, addetti ai lavori.
Questa di Orecchini è un po’ la sintesi di quanto illustrato dai vari rappresentanti delle case automobilistiche che hanno partecipato alla manifestazione. L’impegno è ormai costante e generale. E non si tratta solo di motore, anche se quello è, non solo metaforicamente il cuore del problema. Ci si inizia porre i problemi dell’ “approccio globale”, cioè di quanto si inquina con i metodi di costruzione, con i materiali impiegati e quelli del riutilizzo dei materiali, una volta che la vettura ha compiuto il suo ciclo di vita (ad esempio la Bmw nello stabilimento Usa di Spartanburg è riuscita ad avere un totale recupero dell’acqua utilizzata nelle varie fasi di produzione). E’ questo un aspetto più completo e sul quale va misurata la vera attenzione alla eco-compatibilità del prodotto autovettura.
h4{color:#D3612B;}. Costruttori obbiettivi e prodotti
(_*Lanciati nel 1999, i Dow Jones Sustainability Indexes sono i primi indici globali a registrare le performance finanziarie delle aziende che applicano criteri di sostenibilità in tutto il mondo. Basati sulla cooperazione degli indici Dow Jones, STOXX Limited e SAM, forniscono benchmark flessibili e obiettivi per gestire portfoli legati alla sostenibilità_).
E mentre si lavora alla realizzazione dei futuri modelli a idrogeno, nell’immediato gli interventi riguardano tanti particolari che messi insieme riescono comunque a tagliare le emissioni. Si tratta di soluzione adottate da vari marchi automobilistici. Ad esempio di downsizing, cioè la riduzione della cilindrata dei motori che, senza andare a discapito delle prestazioni, permette di consumare meno e ottenere emissioni più basse.
“Ad esempio – ed è sempre Oliosi che parla – ad ogni generazioni di modelli Bmw otteniamo un taglio delle emissioni pari al 15/20% sia sui modelli più grandi, come la serie 7, sia su quelli più piccoli come la Mini”.
L’efficienza è dunque l’ambito in cui oggi si interviene di più, anche con interventi sul peso (grazie all’adozione di nuovi materiali), sull’aerodinamica, ma anche sullo stile di guida del conducente, che può fa risparmiare fino al 15%.
E così la clientela partecipa attivamente al miglioramento della propria guida potendo anche fissare dei target e ad esempio confrontando settimana dopo settimana i risultati raggiunti.
Un diverso coinvolgimento degli automobilisti sarà a breve messo in moto dal gruppo Mercedes, con il progetto Smart elettrica. E’
h4{color:#D3612B;}. L’avanzata dei giapponesi
Presente ad H2Roma 2009 con la Toyota, la Nissan, l’Honda e la Mitsubishi, l’industria nipponica si dimostra come quella più all’avanguardia sia nella sperimentazione che nella produzione di auto di nuova concezione.
Ognuna con una sua filosofia e con delle diverse tecnologie, ma i costruttori giapponesi sono anni che battono i terreni della mobilità sostenibile. Prendiamo ad esempio la Toyota che come ricorda Andrea Saccone, responsabile delle attività ambientali della casa. “Già nel 1997 veniva commercializzata la Prius, la prima vettura ibrida ad essere messa sul mercato, e che oggi si presenta qui a Roma con la terza versione e la cui tecnologia verrà esportata sulle altre gamme e tra una decina d’anni si avrà una versione ibrida per ogni modello”.
E per l’immediato c’è il Nissan Green Program 2010, con cui si affrontano i temi dell’approccio globale. Quindi ridurre l’impatto ambientale della fase produttiva e programmare in base a questo concetto tutte le attività, non solo con una riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas serra, ma anche nel riciclaggio delle risorse.
“Sarà poi la volta della FCX Clarity – ha illustrato Alessandro Skerl, Consigliere delegato per la Honda Italia, – visto che c’è una maggiore sensibilità alle tematiche ambientali”. Questo ha convinto la casa nipponica a rilanciare, già dal prossimo anno, con la proposta della prima coupè sportiva elettrico-benzina, la CRZ, e della versione ibrida di una vettura di grande scala come la Jazz.
h4{color:#D3612B;}. Ricerca, università e sperimentazione
E a proposito di America del Sud, essendo l’edizione di H2Roma quest’anno ospitata dalla sede del’ambasciata brasiliana a piazza Navona, ha parlato dei bio-carburanti il professor Jose Roberto Moreira del Centro nazionale di ricerca di biomassa all’Università di San Paolo, proprio in merito alla grande esperienza che nel suo paese da decenni viene fatta sull’utilizzo di carburanti tratti dalle coltivazioni agricole.
E di biomasse ha parlato anche Gaetano Cacciola dell’ITAE, Istituto per le tecnologie avanzate per l’energia (CNR), che ha focalizzato il suo intervento sulle tre direttrici su cui si articola la loro ricerca di propellenti per una mobilità sostenibile
“I nostri obiettivi sono quelli di realizzare tre vie per la propulsione dei veicoli, attraverso l’utilizzo della energia elettrica da fonti rinnovabili, la messa a punto di un processo di elettrolisi per la produzione dell’idrogeno e con il conseguente accumulo e le biomasse per la realizzazione di carburanti – ha illustrato l’ingegner Cacciola – Ma un’atra ricerca importante è in corso, quella per realizzare un tipo di foto-elettrolisi che utilizzi l’energia proveniente dal fotovoltaico per produrre la scissione tra ossigeno ed idrogeno e lo stoccaggio di quest’ultimo”.
h4{color:#D3612B;}. La seconda giornata
H2Roma ha voluto anche toccare, nella giornata di oggi, il tema della salute e la mobilità sostenibile in un incontro con esponenti del mondo medico, per approfondire le tematiche del rapporto tra le emissioni e le conseguenze per il fisico umano.
Non verrà ignorato nemmeno il lato commerciale, sentendo nella seconda giornata la voce dei concessionari, coordinati da Tommaso Tommasi, direttore di Interauto News, sul tema “ambiente e reti di vendita” dove i gestori delle reti vendita riporteranno le richieste e le esigenze della clientela.
Una tavola rotonda su questo tema, cui hanno partecipato giornalisti, rappresentanti delle case automobilistiche, ricercatori e addetti ai lavori, concluderà questa edizione di H2Roma che ha trasmesso la convinzione che le strade per giungere ad una maggiore sostenibilità degli autoveicoli sono molteplici e che tanto più ci sarà un interscambio tra mondo scientifico e produttori, ma anche partnership tra gli stessi costruttori, tanto più velocemente si arriverà a quella emissione zero, concerto con cui abbiamo iniziato questo resoconto della manifestazione.