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Obiettivo Kyoto: l’Ue-15 può raggiungerlo e…superarlo

Il Rapporto dell’ Commissione UE sulle stime dell'Agenzia europea dell’Ambiente mostra che l'Unione europea è sulla buona strada per rispettare gli impegni assunti con il Protocollo. E anche l’Italia farebbe ben sperare

(Rinnovabili.it) – A tre anni dalla scadenza del Protocollo di Kyoto e a soli a 24 giorni dal vertice di Copenaghen il percorso per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti si accorcia drasticamente e già oggi si può prevedere chi arriverà al dunque nel pieno rispetto degli impegni assunti. E alla meta finale l’Unione Europea ci sarà, se non dovesse addirittura andare oltre, mantenendo quel ruolo di leader assunto finora nella sfida climatica; a rivelarlo è oggi la “Relazione”:https://ec.europa.eu/environment/climat/pdf/gge/com_2009_630.pdf annuale della Commissione europea sui progressi realizzati in materia. I quindici paesi che al momento dell’adozione del protocollo facevano parte dell’Unione facevano parte dell’UE (UE-15) si sono impegnati a tagliare le emissioni collettive di gas serra dell’8% – rispetto al 1990 – nel periodo tra il 2008 e il 2012 e secondo quanto riportato nelle “stime dell’Agenzia europea per l’Ambiente”:https://www.eea.europa.eu/publications/eea_report_2009_9/at_download/file (EEA) tutti gli Stati membri tranne uno sono sulla buona strada per ottemperare agli impegni individuali al punto che tale soglia collettiva potrà addirittura essere sorpassata, raggiungendo una riduzione totale di oltre il 13 % rispetto all’anno di riferimento.
Le ultime proiezioni inviate dagli Stati membri, spiega il commissario all’ambiente, Stavros Dimas, “confermano ulteriormente la posizione preminente dell’UE per quanto riguarda il rispetto degli impegni internazionali nella lotta ai cambiamenti climatici. I dati dimostrano che l’UE-15 è ben posizionata per conseguire l’obiettivo di Kyoto fissato per il periodo 2008-2012. Inoltre, con il pacchetto su clima ed energia che l’UE ha adottato all’inizio dell’anno abbiamo già messo in atto le misure principali che serviranno a ridurre ulteriormente le nostre emissioni di almeno il 20% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020. Nessun’altra regione del mondo ha fatto altrettanto”.

A far prevedere un simile risultato più fattori che hanno e che agiranno in concomitanza:
* Le politiche e le misure esistenti per il periodo 2008-2012 potrebbero rappresentare 6,9 punti percentuali della riduzione totale.
* Se, come previsto, gli Stati membri attuano misure aggiuntive, la riduzione totale potrebbe essere pari all’8,5 %, sebbene ciò dipenda in larga misura dagli sforzi congiunti di quattro dei principali paesi responsabili delle emissioni (Francia, Germania, Spagna e Regno Unito).
* L’uso dei meccanismi flessibili di Kyoto da parte dei governi potrebbe contribuire a un’ulteriore riduzione di 2,2 punti percentuali.
* Il potenziamento dei pozzi di assorbimento dell’anidride carbonica (ad esempio migliorando la gestione delle foreste) contribuirà a un’ulteriore riduzione di 1 punto percentuale.
* L’acquisto di quote di emissione e crediti da parte degli operatori dell’ETS dell’UE dovrebbe determinare un’ulteriore riduzione di 1,4 punti percentuali.

Nel dettaglio Francia, Germania, Grecia, Svezia e Regno Unito hanno già ridotto le emissioni nazionali a un livello inferiore ai loro obiettivi e del blocco a 15, solo l’Austria prevede di non riuscire ad adempiere al proprio impegno nelle condizioni attuali e dovrà intensificare di conseguenza gli sforzi in quei settori estranei al sistema di scambio delle quote di emissione (ETS).
Anche l’Italia sarà in regola con l’obiettivo individuale secondo i dati dell’EEA, nonostante le emissioni medie nel periodo 2004-2008 siano state dell’8,5% superiori al livello di base, rispetto al target prefissato di un meno 6,5% per il periodo 2008-2012, a patto ovviamente di utilizzare tutte le ‘misure aggiuntive’ già annunciate dal governo, ossia incrementando i sistemi di sequestro della CO2 e utilizzando i meccanismi flessibili di Kyoto per quei settori non coperti da Ets.

Per Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’Agenzia: “È incoraggiante sapere che in Europa le emissioni che causano cambiamenti climatici dovrebbero continuare a diminuire, consentendo di andare al di là degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. Un risultato di questo genere dovrebbe incoraggiare tutti i paesi a concordare riduzioni ancor più consistenti delle emissioni complessive, siglando un accordo globale a Copenaghen il prossimo dicembre. Urge la necessità di assumersi l’impegno di ridurre drasticamente le emissioni per salvaguardare la possibilità di mantenere gli aumenti della temperatura planetaria al di sotto dei 2ºC”.

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