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Stimolo fiscale: per il FMI occorre definire dei “vincoli verdi”

"Ciò che facciamo ora rimodellerà il futuro dell'umanità su questo pianeta". Questo è quanto afferma Kristalina Georgieva, ad del FMI, in occasione del Petersberg Climate Dialogue..

Per Georgieva, la ripresa economica deve partire da linee di stimolo fiscale vincolate ad impegni climatici

(Rinnovabili.it) – Le massicce misure di stimolo fiscale adottate dai governi di tutto il mondo per combattere la pandemia di coronavirus devono essere adattate per affrontare i cambiamenti climatici. Questo è quanto ha dichiarato l’amministratore delegato del Fondo monetario internazionale (FMI), Kristalina Georgieva, durante il Petersberg Climate Dialogue.

Mostrando un totale accordo con la posizione del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, Georgieva ha chiesto ai paesi di mettere in campo politiche mirate per promuovere una “ripresa verde” dalla crisi pandemica.“Prendere misure, ora, per combattere la crisi climatica non è solo preferibile, ma è necessario se vogliamo lasciare un mondo migliore per i nostri figli”, ha detto il leader del FMI.

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Georgieva ha affermato che i governi hanno già adottato misure straordinarie per combattere la pandemia, ma che saranno necessari ulteriori sforzi di stimolo fiscale per rispondere alla peggiore recessione economica dopo la Grande Depressione degli anni Trenta. “Ciò che facciamo ora non solo rimodellerà le nostre economie e società, ma rimodellerà anche il futuro dell’umanità su questo pianeta”, ha affermato. “Una ripresa verde è il nostro ponte verso un futuro più resiliente.

Per garantire che lo stimolo fiscale punti alla riduzione dei rischi legati ai cambiamenti climatici, i governi dovrebbero definire delle linee finanziarie per le aziende ad alta intensità di carbonio vincolate ad impegni per ridurre le emissioni. Ciò è stato fatto, in parte, durante la crisi finanziaria globale del 2007, nel momento in cui alcune case automobilistiche si sono impegnate a raggiungere standard di efficienza del carburante più elevati.

“Con i prezzi del petrolio a livelli minimi, ora è il momento di eliminare gradualmente i sussidi dannosi, ha detto Georgieva, citando la stima del FMI secondo cui una transizione a basse emissioni di carbonio richiederebbe 2,3 miliardi di dollari di investimenti ogni anno per un decennio. La finanza, inoltre, dovrebbe concentrarsi sull’emissione di obbligazioni verdi, incaricando le società finanziarie di definire meglio i rischi climatici legati al loro portafogli di prestiti e investimenti.

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Infine, secondo Georgieva, aumentare il prezzo del carbonio contribuirebbe a generare entrate per investimenti futuri: “È necessario un prezzo del carbonio sostanzialmente più elevato per incoraggiare investimenti ecologici e per accelerare il passaggio a carburanti più puliti e con maggiore efficienza energetica”. Secondo il FMI, il prezzo globale del carbonio dovrebbe salire a 75 dollari per tonnellata equivalente (dai 2 dollari attuali) per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 2° C.