L’operatore della rete di trasmissione pubblica il Piano di Sviluppo 2020 e annuncia: metà delle nuove opere sarà invisibile. 40 GW di maggiore potenza FER connettibile alla rete
Ventisette progetti, per un totale di 300 km di nuove linee elettriche, nel nuovo Piano di Sviluppo 2020 di Terna
(Rinnovabili.it) – Abilitare la transizione energetica e favorire la piena integrazione delle rinnovabili non programmabili nel sistema italiano. Questi gli obiettivi che Terna sceglie per il futuro dell’infrastruttura elettrica nazionale. A fissarli nero su bianco ci pensa il Piano di Sviluppo 2020 (pdf), il documento con cui l’operatore pianifica la crescita a medio e lungo termine della rete di trasmissione. Pubblicato ieri, il Piano programma una serie di interventi da nord a sud Italia e i relativi investimenti.
Nel dettaglio la società ha stanziato 14 miliardi di euro a sostegno di 27 progetti, per un totale di 300 km di nuove linee elettriche. E la metà di queste sarà invisibile, perché interrate o sottomarine. Le risorse del Piano di Sviluppo 2020 e i relativi progetti contribuiranno ad aumentare l’efficienza e l’adeguatezza del sistema elettrico assicurando numerosi benefici per il sistema paese. A partire da una maggiore capacità di scambio con l’estero grazie a 5 GW di nuove interconnessioni e dall’incremento dei limiti di transito tra zone di mercato attraverso 7 GW di elettrodotti.
Non solo. La rimozione delle infrastrutture obsolete e il potenziamento di quelle attuali permetterà di ridurre di 1.000 milioni di kWh le perdite energetiche annuali.
“Gli interventi previsti – spiega Terna – consentiranno, inoltre, di ridurre le emissioni nocive in atmosfera per oltre 3mln di tonnellate annue, un quantitativo corrispondente a quelle prodotte da qualche milione di autovetture di media taglia”.
Il ruolo dell’accumulo centralizzato
Il Piano di Sviluppo 2020 dedica un lungo capitolo agli impianti di accumulo a pompaggio, ritenuti essenziali ai fini della mitigazione degli impatti delle rinnovabili non programmabili sul sistema elettrico.
Per realizzare gli obiettivi del PNIEC italiano sarà necessario installare almeno 40 GW di eolico e fotovoltaico entro il 2030. Questa futura capacità, scrive Terna, avrà effetti significativi sulle attività di gestione della rete del TSO, soprattutto in termini di bilanciamento istante per istante di produzione e domanda.
In questo contesto le centrali idroelettriche a pompaggio possono offrire servizi di tipo “Energy Intensive”. Che significa? Che possono aiutare gli operatori nella gestione dei periodi di sovrapproduzione e contribuendo alla risoluzione delle congestioni di rete.
Ad oggi, in Italia sono presenti 22 impianti a pompaggio con una potenza di circa 6,5-7,6 GW. Ma in base al PNIEC 2030, l’accumulo centralizzato nazionale avrebbe bisogno di altri 6 GW. Per poter portare avanti questo settore Terna suggerisce di definire un quadro regolatorio e contrattuale ad hoc in grado di introdurre segnali di prezzo di lungo periodo che consentano di stimolare gli investimenti in nuovi pompaggi. “A tal fine, si potrebbero prendere in considerazione forme di remunerazione e contrattualizzazione di lungo termine con controparti che potrebbero essere selezionate dal TSO mediante procedure competitive”, scrive nel suo Piano di Sviluppo 2020.