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Clima: L’Europa può puntare a ridurre del 90% le emissioni entro il 2050

Lo studio dello ''Stockholm Environment Institute" dimostra che, con le azioni promosse nella ricerca, verrà a costituirsi una maggiore equità all'interno dell'Europa, poiché i cambiamenti nei modelli di crescita delle diverse Nazioni chiuderà il divario tra i paesi più ricchi e quelli poveri.

(Rinnovabili.it) – L’Europa può tagliare entro il 2020 il 40% delle proprie emissioni.
Questa volta non si tratta nè di dichiarazioni di capi di governo, nè di misure ipotetiche lanciate per fare effetto.
Il nuovo studio, lo “Europe’s Share of the Climate Challenge:Domestic Actions and International Obligations to Protect the Planet”:https://sei-international.org/?p=publications&task=view&pid=1318, è stato presentato oggi 1 dicembre 2009 dallo ‘Stockholm Environment Institute’ in collaborazione con l’Associazione Amici della Terra scozzese.
Non solo sarà effettivamente possibile raggiungere tale percentuale tra un decennio ma, nella prospettiva di più ampio respiro che considera l’arco di tempo compreso tra il 1990 ed il 2050, è dimostrabile che verranno ridotte del 90% le emissioni di anidride carbonica sul mercato interno del vecchio continente.
Duncan McLaren, a capo dell’esecutivo del FoE scozzese ha confermato di quanto lo studio sia “pratico e conveniente” e di come possa essere strategico “per l’Europa seguire le orme della nuova legge clima della Scozia e offrire una riduzione del 40 % entro il 2020. L’Unione europea è in grado di offrire la giusta quota di tagli delle emissioni globali necessari senza fare affidamento sullo scambio di carbonio sleale, o ricorrere alle opzioni rischiose come l’energia nucleare”.
La ricerca mostra un cammino alternativo per l’Europa che spazia dal miglioramento dell’efficienza energetica, ad una maggiore credibilità di investimento nelle rinnovabili, quindi all’eliminazione dei combustibili fossili fino ad un profondo rimodellamento riguardo gli stili di vita delle persone attraverso regole precise di comportamento, per il risparmio in casa dell’energia elettrica.
In particolare, le modifiche allo stile di vita previste dallo Studio calcolano che sarebbe sufficiente considerare maggiormente il trasporto pubblico il quale favorirebbe, di contro, un minor utilizzo dell’auto privata che nelle preferenze calerebbe al 43 % nel 2050 rispetto al 75 % quotato nel 2005.
Tali modifiche potrebbero rendere le percentuali di gas serra, calcolate nella media europea, circa otto volte inferiori nel 2050 rispetto ad oggi.
“Abbiamo bisogno, tuttavia- ha aggiunto McLaren- di uno spostamento audace nella politica e nella determinazione dei governatori europei, e ne abbiamo bisogno adesso. L’Unione europea può compiere questi tagli e fare in modo non solo di migliorare la qualità della vita per gli europei, ma anche di assicurare i diritti alle zone più povere del mondo per poter permettere loro di sviluppare in modo sostenibile”.
Nonostante “Il costo totale di attuazione per le raccomandazioni incluse nello studio sono molto inferiori ai rischi finanziari ipotizzati per l’economia globale” attuale, che corre allo ‘sbaraglio’ per tentare di fermare il cambiamento del clima terrestre – ha continuato a dire il rappresentante del FoE – nè l’adozione di politiche ed incentivi mirati, nè abitudini sociali sostenibili, se presi da soli, potrebbero aiutare a cambiare la situazione ambientale presente e futura”.
“Quindi azioni efficaci per ridurre le emissioni a casa, accoppiate con finanze adeguate per i Paesi in via di sviluppo, sono il duplice obbligo che l’Europa deve soddisfare per combattere i cambiamenti climatici in maniera equa e giusta”, ha poi concluso McLaren.

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