Stefania Pezzopane, presidente della provincia di L'Aquila, è intervenuta nel pomeriggio alla tavola della manifestazione Comune-Rinnovabili.it proponendo un consorzio che coinvolga i cittadini nella delicata fase della ricostruzione, dove può trovare un suo posto anche la cultura del riciclo in merito ai milioni di metri cubi di macerie che invadono la città.
(Rinnovabili.it) – Una città fiaccata dalla tragedia di un terremoto, timorosa di un futuro che non distingue ancora, in una situazione che vede tuttora le macerie in ogni dove.
Una città completamente da ricostruire.
In questa cornice, per di più movimentata da altre scosse telluriche, oggi il presidente della provincia di L’Aquila, Stefania Pezzopane ha preso parte al seminario-tavola rotonda che il Comune e il nostro quotidiano on line, hanno organizzato sul tema della ricostruzione, del riutilizzo delle macerie e della sostenibilità della riedificazione.
La Pezzopane ha risposto alle critiche del Prefetto Gabrielli che aveva definito la cittadinanza come poco partecipe e incline a delegare. Intanto, ha spiegato, la dispersione della popolazione ha disgregato in questi mesi il tessuto sociale. Chi negli alberghi sulla costa, chi da parenti, chi in altri rifugi questo non ha aiutato a sentirsi tutti partecipi. E poi, subito dopo il sisma, gli aquilani hanno dato prova di partecipazione e solidarietà. In seguito, certo, ha sottolineato la presidente, con il passare del tempo, la stanchezza, la situazione logorante, la stanchezza psicologica, possono aver favorito una certa rilassatezza.
Ma è proprio per questo che occorre responsabilizzare la gente, coinvolgerla nei processi decisionali, facendola partecipe delle scelte e delle soluzioni.
E non si tratta solo di questo, ha continuato la Pezzopane. Infatti il problema è di più ampio respiro. Occorre ripensare ad una ricostruzione che non faccia di L’Aquila una città sola, ma la inserisca in rete con altre realtà sul piano del lavoro, della cultura, degli interscambi, come ad esempio il rapporto con Roma. Insomma come ha detto testualmente il presidente: “L’Aquila rinasce dalle teste e non dalle macerie”.
Ciò detto però si è interrogata sui tre milioni di metri cubi di macerie. “Di chi sono?” si chiede. E come risposta mette sul tavolo una proposta concreta, operativa. Creare un consorzio per la gestione delle macerie, un consorzio pubblico, trasparente, aperto ai cittadini per gestire quello che potrebbe essere un patrimonio di non poco valore. Altra decisone che, a suo avviso, va presa molto in fretta è cosa in città occorre demolire e cosa va messo in sicurezza. E ha sottolineato l’urgenza di queste scelte senza le quali la ricostruzione vera e propria non potrà iniziare. D’altronde le macerie sono anche un impedimento fisico alla ricostruzione e rallentano quindi il ritorno alla normalità.
Se non si trova il modo di riutilizzarle, diverranno anch’esse rifiuti con costi non solo economici, ma di vario tipo, con il pericolo di inquinamento sia ambientale che sociale, fino ad arrivare al rischio dell’infiltrazione criminale.