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[R]Evolution, uno scenario energetico sostenibile per l’Italia

L'Associazione ambientalista Greenpeace ha stilato un rapporto che delinea il possibile itinerario energetico che l'Italia potrebbe seguire al fine di diminuire sostanzialmente la produzione di energia da fonti fossili

(Rinnovabili.it) – Il panorama energetico italiano non è ancora green, lo dimostra uno studio di “Greenpeace”:https://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/energy-revolution-italia denominato “[R]Evolution”:https://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/file/briefing-energy nel quale si può leggere un dato importante: il 93% dell’energia prodotta deriva dallo sfruttamento di fonti fossili e quindi inquinanti. Con il rapporto l’Associazione vuole delineare il percorso che la penisola potrebbe intraprendere per il raggiungimento di obiettivi energetici sostenibili.
Attualmente le fonti energetiche rinnovabili sarebbero in grado, se sfruttate appieno, di coprire il 60% della domanda energetica primaria, contribuendo alla riduzione delle emissioni del 71% entro il 2050 rispetto i livelli del 1990.
Agendo tempestivamente e limitando l’innalzamento della temperatura mondiale sotto i 2 °C il destino dell’umanità potrebbe essere più roseo, a dichiararlo è la stessa Greenpeace nel comunicato stampa che annuncia la pubblicazione del documento [R]Evolution, sottolineando che fissare dei limiti per le emissioni nel summit di Copenhagen potrebbe essere un primo passo verso la sostenibilità energetica.
Lo scenario dipinto dall’Associazione descrive un cambiamento radicale che ha come obiettivo un futuro energetico pulito per l’Italia, senza bisogno di ricorrere al nucleare.
Per raggiungere i risultati vari settori dovranno compiere uno sforzo notevole, con particolare impegno per il settore dei trasporti, della produzione di energia e di calore.
Attualmente la quota di rinnovabili nel panorama energetico del Belpaese risulta pari al 6,7% sul totale, Greenpeace vorrebbe modificare proprio questa situazione attuando dei cambiamenti che vadano a migliorare l’efficienza energetica contribuendo alla riduzione della domanda energetica del 32% entro il 2050.
Il settore elettrico entro il 2050 potrebbe generare il 76% dell’energia da fonte rinnovabile per una produzione totale di 290 miliardi di Kilowattora: il maggiore contributo dovrebbe arrivare dal solare (100 TWh), dall’eolico (54 TWh) e dalle biomasse (61 TWh). E’ stato inoltre stimato che il settore del calore potrà crescere fino al 64% seguito dai trasporti, che si auspica cresceranno del 50%.
Oltre ad ottenere vantaggi dal punto vista climatico-ambientale seguire il nuovo ‘itinerario’ potrebbe portare a circa 80mila nuovi posti di lavoro verdi entro il 2020 considerando il solo settore elettrico, che arriverebbero a 300mila considerando anche l’indotto.
L’obiettivo che l’Italia porterà a Copenhagen indica la riduzione del 20% delle emissioni entro il 2020, troppo poco per l’Associazione ambientalista che ha invitato il governo a prefiggersi obiettivi più audaci visto che attualmente siamo in ritardo nell’adeguamento ai limiti imposti dal Protocollo di Kyoto ed è necessario prendere posizioni chiare e concrete che diano una spinta al mercato energetico.

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