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Rinnovabili e assimilate: Cip 6, la ‘fine volontaria’ dal 2010

Il ministro Scajola ha posto la sigla sullo specifico decreto per la risoluzione anticipata delle convenzioni Cip 6/92 che stabiliscono prezzi incentivati per l'energia elettrica

(Rinnovabili.it) – In seguito alla proposta dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas di adeguati meccanismi per la risoluzione anticipata e facoltativa delle convenzioni CIP 6/92, il Ministro dello sviluppo economico ha annunciato oggi la firma del “Decreto”:https://www.sviluppoeconomico.gov.it/pdf_upload/documenti/DM_CIP6_2dic_09.pdf recante per l’appunto la definizione di tali meccanismi, destinati nello specifico agli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da combustibili di processo o da combustibili fossili, come il gas naturale.
Gli incentivi Cip 6 sono strumenti nati nel 1992 per agevolare i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate e, in base alla normativa vigente, i produttori con impianti soggetti alla convenzione cedono l’energia prodotta al GSE ad un prezzo determinato dalla somma del costo evitato d’impianto, del costo evitato di esercizio, manutenzione e spese connesse, dal costo evitato di combustibile e da un ulteriore componente incentivante correlata alla tipologia di impianto.
Ma come mette in luce lo stesso Ministro Scajola, tale regime risulta essere oggi non più efficiente “rispetto all’odierno mercato liberalizzato e grava sui prezzi dell’elettricità di tutti i consumatori”. “L’attuazione di quanto previsto dalla Legge Sviluppo – ha commentato il Ministro – rappresenta un importante passo verso un mercato dell’energia con prezzi sempre più competitivi e trasparenti e a supporto di nuovi investimenti e della ripresa economica”.
Il decreto prevede dunque per le suddette tipologie che a partire dal 2010 potranno essere anticipatamente risolte le convenzioni Cip 6, altrimenti in scadenza negli anni successivi fino al 2020, portando alla possibile uscita dalla produzione energetica gli impianti meno efficienti e permettendo al sistema elettrico “di utilizzare risorse per una maggiore competitività a beneficio dei prezzi dell’energia elettrica”.
Complessivamente, in relazione al 2010, la capacità produttiva riconducibile agli impianti potenzialmente interessati al provvedimento ministeriale si attesta intorno ai 3.300 MW, ovvero l’80% del totale dell’energia incentivata dal Cip 6.
In particolare il DM prevede che:
• entro il 21 dicembre 2009 i produttori interessati alla risoluzione presentino al GSE una richiesta non vincolante per la risoluzione di ogni singola convenzione;
• entro il 31 dicembre il GSE trasmetta al Ministero dello Sviluppo Economico e all’Autorità per l’energia l’elenco degli impianti interessati alla risoluzione anticipata;
• il Ministero dello Sviluppo Economico tramite decreto, su istruttoria del GSE, definisca relativamente ad ogni singola convenzione parametri e, criteri per la definizione di modalità e tempistiche di erogazione degli stessi corrispettivi.

Ai produttori che aderiranno volontariamente alla risoluzione anticipata saranno riconosciuti corrispettivi tali da contenere gli oneri che graverebbero sui consumatori, cittadini ed imprese, nel caso le convenzioni andassero a scadenza naturale, pur nel rispetto degli investimenti effettuati.

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