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Patty L’Abbate: i sistemi complessi e la gestione emergenza coronavirus

"Le notizie diffuse in anticipo, poco chiare e incomplete hanno generato un processo di causazione circolare cumulativa che ha vanificato la bontà dell’azione", scrive la senatrice L'Abbate

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Credits: Jozef Polc © 123rf.com

Il chimico Prigogine ci raccontava che se un sistema complesso perde il suo equilibrio, un’azione esterna pur piccola può provocare grandi cambiamenti o al contrario, grandi sforzi per migliorare un problema non creano alcun cambiamento positivo. Il sistema è quindi difficilmente governabile. In queste situazioni, gli anelli di retroazione positiva che generano processi di auto-organizzazione del sistema ed auto-alimentazione si moltiplicano, entra in gioco il caso, la realtà diventa sia governata dal caso che in parte determinata da ciò che è noto. 

Cerco di fare chiarezza sul comportamento dei sistemi complessi, riportando anche l’enunciato sulla causazione del sociologo svedese Myrdal ( 1944):  se cambio lo stato  di un sistema con un’azione per risolvere un problema, non è detto che il sistema converga verso una soluzione ma potrebbe creare un’amplificazione del problema ossia divergere, spingo il sistema nella stessa direzione del cambiamento primario.

I  concetti appena esposti spiegano quello che sta avvenendo ai nostri giorni, e soprattutto l’ultimo episodio avvenuto il sette marzo a sera: la diramazione di notizie prima dell’uscita delle disposizioni in merito alle misure di contrasto e contenimento del COVID-19. Le notizie diffuse in anticipo, poco chiare e incomplete hanno generato un processo di causazione circolare cumulativa che ha vanificato la bontà dell’azione, producendo nel breve periodo un effetto opposto. Il problema da arginare quindi è stato amplificato nelle prime ore fino a quando non è stata messa in moto nella sua totalità e completezza l’azione completa.

In conclusione, il sociologo Myrdal vi direbbe, per essere di supporto alla comunità nei momenti di pericolo,  tutti a partire dalla comunicazione nazionale dobbiamo cambiare le nostre abitudini,  ad esempio  porre fine alle gare di chi deve dare per prima la notizia o di chi è più bravo a rendere la notizia più allarmante possibile perché così fa effetto.

Un secondo esempio di causazione circolare cumulativa è dato dalla popolazione che ha deciso di muoversi dal nord al sud. L’azione è stata effettuata per paura di un contagio al nord? Il motivo è, tornare al sud per essere di supporto ai famigliari? Casa propria è più sicura? Purtroppo l’errore umano è stato enorme, l’effetto che si otterrà è esattamente il contrario. Al nord ci sono più strutture sanitarie e la diffusione del virus è in fase leggermente calante quindi io del sud sarei più furbo se restassi al nord, visto che al sud sta iniziando la diffusione.

Se torno non sono di supporto ai miei famigliari ma li espongo ad un ulteriore rischio. Per raggiungere casa propria ho viaggiato probabilmente non rispettando 1 metro di distanza come da disposizioni e mi sono sottoposto ad un rischio maggiore. Casa mia non è più sicura perché le strutture sanitarie sono più carenti quindi avrei avuto più probabilità di supporto medico restando al nord.  

 In conclusione, altri processi di causazione circolare cumulativa possono nascere se si continua a creare divisione, creare panico e screditare chi lavora per il bene di tutti. Lasciate lavorare chi sta organizzando e gestendo l’emergenza, e ringraziateli. Ringraziate i membri del governo, gli esperti, i funzionari, i medici e tutto il personale sanitario, non hanno tregua da giorni. La popolazione deve solo attenersi alle disposizioni date, essere paziente, razionale, e non aggravare il lavoro degli eroi di questa emergenza. Restate a casa.

Patty L’Abbate

www.pattylabbate.com