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Mozione Bonino: che l’efficienza energetica diventi ‘obbligo’

Emma Bonino, durante la riunione 'Per un nuovo trattato sul clima', invita a riflettere sui benefici che la Nazione potrebbe ricavare in seguito ad un 'atto vincolante' che renda perentorio l'uso di parametri per la promozione efficiente dell'energia.

(Rinnovabili.it) – In occasione dell’evento promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ‘Per un nuovo trattato sul clima’, oramai a qualche giorno dall’atteso incontro di Copenaghen, il Vice Presidente del Senato Emma Bonino, ha avanzato la proposta per una mozione parlamentare che funga da ‘vincolo’ per il settore energetico.
Ha fatto appello al Governo la Bonino, perché fossero avanzate proposte tese alla valorizzazione e all’ottimizzazione della resa efficiente dell’energia, non solo, per un chiaro vantaggio interno alla Nazione, ma soprattutto per poter stabilire un ruolo chiave nel panorama Internazionale.
Ciò potrà essere realizzato con mirate attività di ausilio per i Paesi in fase di industrializzazione, in concomitanza di proponimenti da parte della Comunità Europea per diminuire, ad esempio, e rispetto ai livelli del 1990, almeno del 30% le emissioni di anidride carbonica.
La Bonino definisce l’eventuale aggiornamento per il Piano relativo all’efficienza energetica, non solo una mossa strategica ma anche una “grande carta che l’Italia può giocare sulla questione clima” la quale, oltre a dare conferma degli impegni previsti per le Regioni, offrirà in più facoltà di revisione per migliorare la produzione, il consumo e la resa dell’energia generatasi da fonti rinnovabili.
Sarà fondamentale a tale scopo rendere armonici incentivi, fondi rotativi e detrazioni fiscali. “Il nostro Paese è all’avanguardia nelle tecnologie legate all’efficienza energetica. Un settore che dà molti posti di lavoro e tanti ancora ne può dare e che mira ad offrire gli stessi servizi ma con un livello di consumo inferiore”, ha spiegato la Bonino.
La Conferenza danese non rappresenterà, secondo il Vice presidente del Senato, un appuntamento risolutivo per giungere a conclusioni specifiche, ma comunque si tradurrà in un’opportunità potenzialmente influente per le decisioni che verranno poi prese in futuro. “Da Copenaghen non mi aspetto moltissimo – ha infatti asserito la Bonino – se non un accordo politico da declinare poi in una fase successiva e la presenza del presidente Usa, Obama, è un dato politicamente rilevante per chiudere nel 201”.

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