Il provvedimento, pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale, stabilisce le nuove modalità per favorire la diffusione della tecnologia di integrazione tra rete e veicoli elettrici
Nuovi criteri per UVAM all’interno del Decreto Vehicle to Grid (V2G)
(Rinnovabili.it) – È finalmente entrato in vigore l’atteso Decreto Vehicle to Grid (V2G), il provvedimento che apre le porte anche in Italia alla ricarica bidirezionale delle auto elettriche. L’atto normativo, pubblicato il 14 febbraio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale, riporta criteri e modalità per favorire la diffusione a livello nazionale della nuova tecnologia. Si tratta di sistemi in grado di far interagire fra loro rete e veicoli elettrici, sfruttando quest’ultimi come una sorta di batterie mobili. In altre parole le e-car non si limitano più a prelevare energia dalla rete semplicemente per caricarsi, ma possono contribuire in maniera attiva alla gestione e flessibilità del sistema energetico. Come? Fornendo servizi di servizi di riserva terziaria, di bilanciamento o di regolazione di frequenza e di tensione.
Nel dettaglio il decreto Vehicle to Grid stabilisce in che modo i mezzi e le speciali colonnine di ricarica bidirezionale possano partecipare al mercato per i servizi di dispacciamento (MSD) (leggi anche ARERA: per la mobilità elettrica essenziale la ricarica intelligente).
Per le infrastrutture di ricarica la norma parla di “accesso in forma aggregata”, tramite le cosiddette UVAM. L’acronimo sta per Unità virtuali abilitate miste, ossia aggregazioni di unità di produzione non rilevanti, programmabili o non programmabili (inclusi i sistemi di accumulo o “stand alone”) e di unità di consumo.
Il provvedimento stabilisce che entro 90 giorni dall’entrata in vigore, l’Autorità per l’Energia ARERA adotti disposizioni ad hoc per integrare le novità nella sua regolazione del dispacciamento. L’obiettivo è permettere a queste speciali infrastrutture di ricarica di partecipare al mercato infrastrutture di ricarica, tenendo conto delle loro caratteristiche. A tale scopo, si legge nel decreto, l’Authority dovrà prevedere che, “almeno nel caso di UVAM costituite esclusivamente da infrastrutture di ricarica, la potenza modulabile, a salire o a scendere, possa essere ridotta fino a 0,2 MW”, rispetto la tradizionale sogli di 1 MW.
Nel futuro prossimo, l’ARERA dovrà anche stabilire in che modo le società di distribuzione energetica dovranno utilizzare queste unità aggregate per esigenze di esercizio della propria rete.
In collaborazione con il Comitato elettrico italiano (CEI), verranno quindi individuate specifiche tecniche minime, in linea con i principi di semplicità ed economicità , che i dispositivi ed i misuratori installati presso il punto di connessione dovranno avere per partecipare al MSD.
>>leggi anche Mattucci: l’ambizioso matrimonio tra Nissan e Vehicle-to-grid (V2G)<<
Sul lato veicoli elettrici, invece il Decreto V2G impone che l’Authority energetica favorisca la partecipazione dei mezzi al mercato dei servizi provvedendo alla copertura, anche in via forfettaria, dei costi aggiuntivi connessi alla installazione dei dispositivi e dei sistemi di misura, definendo le condizioni necessarie per accedere al beneficio.
Si legge nel provvedimento:
Il meccanismo dello scambio sul posto continua ad applicarsi, con modalità semplificate definite da ARERA, anche ai punti di connessione con presenza di infrastrutture di ricarica, con le seguenti modalità:
a) ferma restando la possibilità di prelevare ed immettere energia attraverso il punto di connessione per la partecipazione al mercato per il servizio di dispacciamento, il contributo in conto scambio è erogato esclusivamente in riferimento alla produzione dell’impianto a fonti rinnovabili o cogenerativo ad alto rendimento;
b) i benefici previsti dallo scambio sul posto sono applicati in riferimento alla sola energia prelevata dalla rete alla quale vengono applicate le componenti tariffarie variabili.
>>leggi anche Auto elettriche: il V2G può far risparmiare miliardi sull’accumulo fisso<<