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Il contributo delle fonti rinnovabili termiche? Ancora troppo limitato

Nel 2018, l’energia verde ha coperto il 21% della domanda europea per il riscaldamento e il raffreddamento. Italia sotto la media con un 19,2%

fonti rinnovabili termiche
Credits: Pxhere – Creative Commons CC0

 

Le statistiche europee aggiornate sulle fonti rinnovabili termiche

(Rinnovabili.it) – In Europa le fonti rinnovabili termiche non riescono a scrollarsi di dosso quell’immagine di gigante addormentato. Se negli ultimi anni, infatti, l’elettricità verde è cresciuta con un certo sprint, arrivando a coprire un terzo della domanda UE, le fer termiche hanno invece avuto un percorso più lento. Secondo i dati pubblicati in questi giorni a Eurostat nel 2018 – ultimo anno rispetto alle pubblicazione dei dati ufficiali – riscaldamento e raffreddamento europei hanno impiegato un 21 per cento di green energy. Il dato rappresenta la media dei 27 Stati membri e oscilla tra un massimo rappresentato dalla Svezia e un valore minimo, registrato in Olanda.

Come spiega l’ufficio europeo, nonostante i minori progressi, le fonti rinnovabili termiche sono aumentate costantemente dall’inizio della raccolta dei dati, ossia il 2004, anno in cui il contributo di questo segmento risulta di appena il 12 per cento. “Gli incrementi a livello di industria, servizi e famiglie – scrive Eurostat –  hanno tutti contribuito al crescita dell’uso delle rinnovabili in riscaldamento e raffrenamento”.

 

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Tra i primi della classe, ossia i Paesi che hanno meglio sfruttato le fonti rinnovabili termiche, c’è ovviamente la Svezia che, nel 2018, si è distinta con una quota verde di ben 65 per cento. Non male anche le performance Lettonia, Finlandia ed Estonia, rispettivamente 56, 55 e 54 per cento. 

L’Italia zoppica leggermente, con una percentuale più bassa della media europea. Dopo anni di crescita altalenante, la quota nazionale di fer termiche si è attestata sul 19 per cento. Fanno peggio però, Spagna Germania, Belgio e Paesi Bassi, con valori che valori che vanno dal 17 fino al 6 per cento.

 

L’analisi offerta da Eurostat si focalizza  sulle “classiche” tecnologie – solare termico, geotermia, bioenergie e teleriscaldamento – e comprende nel pacchetto anche le pompe di calore: questo segmento nel 2018 ha contribuito da solo per oltre un quarto alla domanda coperta dalle fonti rinnovabili termiche. Tuttavia, questa tipologia di dati non è ancora disponibile per tutti gli Stati membri e il quadro che ne risulta è parziale.

 

Le statistiche sono state pubblicate in momento particolare per l’Unione Europea, in cui ogni Paese è chiamato a mostrare il proprio impegno energetico e climatico (i celebri PNIEC) per il futuro. La decarbonizzazione dei settori del riscaldamento e climatizzazione rappresenta un elemento chiave per raggiungere gli ambiziosi obiettivi 2030 dell’UE. D’altra parte, il comparto rappresenta circa la metà della domanda totale di energia finale nel Vecchio Continente. Un nuovo slancio per aumentare la penetrazione delle fonti rinnovabili termiche arriverà anche dalla direttiva RED II che ha fissato un target del 32 per cento di fer nei costumi comunitari entro il 2030; nel complesso, si prevede che circa il 40 per cento di questa quota provenga proprio da riscaldamento e raffreddamento.

 

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Heating and cooling renewable sources

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.