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Decreto Scajola: requisiti delle zone sede delle centrali nucleari

Si delineano i primi requisiti che dovranno avere le zone che ospiteranno le centrali nucleari previste dal programma del governo. Confermata la realizzazione completa del primo impianto per il 2013

(Rinnovabili.it) – “Con questo provvedimento si sono fissati i criteri per la localizzazione dei siti dando come obiettivo prioritario non soltanto la loro sicurezza, ma anche le esigenze di tutela della salute della popolazione e di protezione dell’ambiente. Sulla base di tali criteri saranno poi le imprese interessate a proporre in quali zone intendono realizzare gli impianti nucleari”.
Questa la dichiarazione del ministro per lo Sviluppo, Scajola, in merito al decreto che fissa i criteri per l’individuazione per i siti dove dovrebbero sorgere le centrali nucleari in Italia, frutto dell’accordo con i partner francesi.
Da queste parole si desume che dovrebbero essere, nel rispetto di alcuni criteri generali, le stesse imprese che realizzeranno gli impianti a scegliere la loro collocazione.
Il programma sulla produzione di energia nucleare, secondo gli obiettivi del governo, porteranno al completamento della prima centrale nel 2013.
Scajola insiste sul concetto che si tratta di una scelta indispensabile per una maggiore autonomia dall’importazione di energia sia pure, come precisa il ministro, con una “particolare attenzione alla sicurezza delle persone e alla protezione dell’ambiente”.
Tre i ministri che hanno preparato il decreto, oltre a Scajola, il ministro dell’Ambiente e Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture.
Ora la parola passa alla Conferenza Stato-Regioni e in seguito alle Commissioni Parlamentari. L’iter prevede poi il ritorno del decreto al consiglio dei ministri per la formulazione definitiva della cosiddetta “strategia nucleare” dove saranno esplicitati tutti gli obiettivi.
I siti prescelti dovranno rispondere ad “uno schema di parametri di riferimento relativi a caratteristiche ambientali e tecniche” proposti dell’Agenzia del Nucleare e stabiliti dal ministero dello Sviluppo, da quello dell’Ambiente e quello dei Trasporti. In questi parametri rientrano le caratteristiche ambientali vale a dire “popolazione e fattori socio-economici, qualità dell’aria, risorse idriche, fattori climatici, suolo e geologia, valore paesaggistico, valore architettonico-storico, accessibilità”. Poi ci sono i requisiti tecnici in merito a “stato sismo-tettonico, distanza da aree abitate, geotecnica, disponibilità di adeguate risorse per il sistema di raffreddamento della tipologia di impianti ammessa, strategicità dell’area per il sistema energetico e caratteristiche della rete elettrica, rischi potenziali indotti da attività umane nel territorio circostante”.
Per i territori in cui verranno impiantate le centrali ci saranno dei compensi in benefici economici su base annua. Verranno erogati e corrisposti anticipatamente per ogni anno di costruzione dell’impianto dai tre ai quattromila euro per ogni MW sino ad una potenza di 1.600 MW. Questa sarà poi aumentata del 20% per potenze maggiori. Incentivi e benefici anche per le amministrazioni comunali situate entro un’area di venti chilometri dall’impianto, per gli utenti della zona sconti sulla bolletta elettrica, sui rifiuti urbani e anche sulle addizionali Irpef e Irpeg e perfino sull’Ici.
Questi territori, assicurano al ministero, saranno soggetti a speciali forme di vigilanza e protezione dal momento che ospiteranno le centrali nucleari e saranno quindi considerati “di interesse strategico nazionale”.

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