Grazie all'impegno di esperti e scienziati il mercato delle tecnologie a basse emissioni di carbonio potrebbe essere giunto ad una svolta: conversione dei rifiuti, biomasse e tecnologie energetiche alternative per un futuro green
(Rinnovabili.it) – La britannica ‘Ultra Green’, specializzata in tecnologie low carbon ha compilato un ambizioso piano di espansione che, dimostrando il successo cercato, potrebbe portare l’azienda ai vertici tra i giganti dell’ingegneria ‘verde’.
Nata da otto anni, nella sede di Brighton numerosi scienziati ed esperti stanno lavorando ad una vasta gamma di innovazioni low carbon maturando a tal punto da sentirsi pronti al grande passo e concentrandosi su costruzioni a basse emissioni, biocarburanti e tecnologie energetiche alternative.
“Attualmente abbiamo circa un centinaio di persone che lavorano dislocate in cinque divisioni, ma ora stiamo negoziando contratti per un valore di 2 miliardi di dollari che puntano all’impiego di 1000 persone in vari progetti entro la fine dell’anno” ha dichiarato Antony Blakey, presidente esecutivo della società specificando di essere in possesso di numerosi brevetti relativi a tecnologie pulite che impiegano biomasse e sistemi per la conversione dei rifiuti in energia oltre biocarburanti e tecnologie energetiche alternative.
Di notevole importanza l’utilizzo, all’interno di un settore dell’azienda, del ICF (insulated concrete forms) un materiale da costruzione in grado di aumentare notevolmente l’efficienza energetica degli edifici “L’ICF – una sorta di schiuma isolante – è stata impiegata per un anno per le pareti dell’edificio, ma la nostra intenzione è di utilizzarlo nelle fondamenta e nei tetti per creare una struttura interamente isolata ma a costi molto più bassi rispetto al mercato” ha commentato Blakey informando che con questo sistema si porterebbe ad una notevole diminuzione del consumo energetico con la possibilità di utilizzare solo l’energia generata dalla conversione dei rifiuti.
Nell’ambito della ricerca sulla produzione di biofuel l’azienda sostiene di aver sviluppato, senza ricorrere a modificazioni genetiche, una serie di tecniche agricole in grado di accelerare il processo di germinazione stimolando la crescita e permettendo una notevole produzione di biocarburanti: con 450 ettari coltivati si potrebbe riuscire ad ottenere la produzione di biocarburanti necessaria ad alimentare una città delle dimensioni di Newcastle.