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Ministro Patuanelli: consumatori al centro della transizione energetica

Il ministro allo Sviluppo Economico parla alla Camera delle prospettive d’attuazione della Strategia energetica nazionale. Focus sul ruolo degli Energy citizens e sull’innovazione tecnologica

Ministro Patuanelli
Credit: Ministero dello Sviluppo Economico

Il ministro Patuanelli ribadisce l’esigenza di prorogare il mercato energetico tutelato per tutelare i consumatori

(Rinnovabili.it) – I consumatori italiani saranno i maggiori protagonisti della transizione energetica intrapresa dall’Italia. A dichiararlo è il Ministro allo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, audito ieri alla Camera. Nel suo intervento di fronte la Commissione Attività Produttive, il capo del MiSE ha riferito sulle prospettive d’attuazione della Strategia Energetica Nazionale e del suo adeguamento al PNIEC, ossia lo strumento con sui ogni Stato membro stabilisce i propri contributi ai target comunitari 2030.

Un intervento articolato da cui sono emersi diversi punti focali, a cominciare, ovviamente, dal ruolo degli italiani all’interno del percorso energetico. Un percorso in cui il consumatore, specifica Patuanelli, dovrà essere il maggiore protagonista, oltre che beneficiario. “Saranno rafforzate in primo luogo le opportunità di avere un ruolo attivo sia nella generazione distribuita (autoconsumo e comunità energetiche) e sia nella gestione efficiente dei consumi (demand response), come già abbiamo iniziato a fare”, afferma il ministro. Entrambi gli elementi sono stati fortemente valorizzati dalla nuova direttiva sulle rinnovabili RED II, Renewable Energy Directive, ma la strada da compiere a livello nazionale è ancora tanta, soprattutto sul fronte delle comunità energetiche (leggi anche Comunità energetiche e prosumer: così l’Italia può iniziare a testare l’energy sharing).

 

Sebbene la Strategia energetica nazionale riconosca le potenzialità dei gruppi di prosumer ed “energy citizens”, lo sviluppo deve ancora essere regolamento. Attualmente, infatti, l’unica forma di autoconsumo consentita in Italia è quella in modalità one-to-one: un unico impianto che fornisce energia  ad un unico consumatore finale, con l’eccesso di produzione immesso nella rete nazionale.

Ecco perché, come spiega Patuanelli, “la prossima abilitazione delle nuove ‘comunità energetiche’ darà un importante segnale in questa direzione”.  In questo senso, un ruolo chiave lo avrà anche la promozione dell’accumulo, in evoluzione del meccanismo dello scambio sul posto.

 

 

Per tutti i “non prosumer”, ossia i consumatori che continueranno a mantenere un profilo tradizionale di soggetto che acquista energia senza produrla, “il mercato dovrà essere equo, sicuro e trasparente. La tutela del consumatore è quindi una delle priorità dell’azione”.

Il riferimento è anche al mercato tutelato, ormai prossimo alla fine. La scadenza è stata fissata per il 1° luglio 2020, ma il ministro aveva già espresso, in audizione al Senato la sua contrarietà ad una data così ravvicinata. Il problema sta soprattutto nella poca consapevolezza che che accompagna i consumatori nel passaggio dalla maggiore tutela al mercato libero. “In questo contesto, riteniamo necessaria una proroga dell’uscita dalla tutela, prevedendo, con la collaborazione di ARERA anche uscite frazionate, così da creare le giuste condizioni per raggiungere gli obiettivi prefissati”. Una delle prime mosse in questo contesto sarà il decreto sull’elenco dei venditori di energia elettrica, provvedimento su cui il MiSE ha introdotto delle previsioni che rafforzano da un lato le garanzie per i consumatori e all’altro i requisiti di qualificazione tecnica, finanziaria e comportamentale delle aziende. L’obiettivo è quello di “qualificare il segmento della vendita di energia, oggi caratterizzato da tanti, forse troppi, venditori con insufficiente trasparenza delle politiche commerciali e una fortissima concentrazione sul mercato”.

 

Nel suo intervento Patuanelli ha anche ricordato alcuni dei principali obiettivi del Governo in tema di sicurezza e innovazione energetica.

Riflettori puntati, dunque sull’enery storage per il quale il ministro prevede un “importante incremento della capacità”. L’obiettivo è limitare il fenomeno della sovrapproduzione da rinnovabili mediante impianti di accumulo elettrochimico distribuiti e centralizzati, ma anche attraverso nuove centrali idroelettriche a pompaggio e sistemi basati sull’idrogeno.

Tra le misure proposte nella bozza di PNIEC, su cui il ministro ha posto l’accento, appare “l’estensione delle procedure competitive (aste) per i grandi impianti e per le tecnologie più mature insieme a strumenti ad hoc per altre tecnologie ancora lontane dalla maturità e lo sviluppo dei contratti di lungo periodo (PPA) per grandi impianti, favorendo la creazione di soggetti aggregatori della domanda anche per i settori ad alta intensità energetica”. O, ancora, la promozione di una maggiore sostenibilità ambientale degli investimenti verdi. “Si tratta di prevedere, ad esempio, misure per promuovere il fotovoltaico su edifici o su aree non adatte ad altri usi, e il coinvolgimento degli enti territoriali sia in termini di obiettivi, sia per individuare le aree idonee alla realizzazione di tali impianti”.