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Equator Principles: la DBS sottoscrive i principi ma non molla il carbone

Il Gruppo bancario DBS ha aderito alle linee guida per la valutazione e la gestione del rischio ambientale e sociale tracciate con gli Equator Principles. Rimangono però in sospeso alcuni precedenti accordi, tra cui il finanziamento di una nuova centrale a carbone in Vietnam

Equator Principles
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La DBS ha aderito al quadro finanziario degli gli Equator Principles: addio al carbone? Prima bisognerà rispettare gli accordi precedentemente sottoscritti 

(Rinnovabili.it) – La DBS, cioè il più grande gruppo bancario di tutto il sud-est asiatico, ha annunciato lunedì di aver sottoscritto ed adottato gli Equator Principles (EP), insieme di regole e di principi per il finanziamento responsabile di progetti infrastrutturali. 

La regione – ha dichiarato Tan Su Shan, capo del gruppo bancario istituzionale della DBS – vedrà nei prossimi anni un significativo sviluppo infrastrutturale e, in tale contesto,  i finanziamenti svolgeranno quindi un ruolo centrale”. Con la sottoscrizione degli EP, ha aggiunto Tan, “riconosciamo l’importanza di integrare le questioni ambientali e sociali nelle nostre decisioni di prestito nonché quella di gestire le nostre attività in modo equilibrato e responsabile, contribuendo ad un futuro più sostenibile”. 

 

Formulati nel giugno del 2003 e ad oggi adottati da 101 istituti finanziari di 38 paesi al mondo (elenco completo), gli Equator Principles forniscono linee guida per la valutazione e la gestione del rischio ambientale e sociale dei progetti e dei finanziamenti infrastrutturali su larga scala. 

Annunciando la sottoscrizione, la DBS ha affermato anche di aver chiuso quest’anno più di 4 miliardi di dollari di transazioni finanziarie sostenibili, inclusi prestiti verdi, prestiti legati alla performance di sostenibilità e finanziamenti per le energie rinnovabili.

 

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L’adesione agli EP significherebbe però anche l’abbandono da parte del Gruppo di alcuni progetti su larga, tra cui, in primis, figurerebbe quello del Vung Ang 2 in Vietnam, centrale a carbone da 1.200 megawatt, definita in base ai tali principi “di categoria A”, cioè con  potenziali rischi ambientali e sociali e/o impatti irreversibili o senza precedenti”.

I 2,2 miliardi di dollari finanziati dalla DBS per la realizzazione di Vung Ang 2 costituiscono com’è ovvio una chiara violazione degli EP: la centrale sarà costruita in un sito vicino al grande impianto siderurgico Formosa e ad altro gruppo termoelettrico a carbone, il Vung Ang 1, entrambi duramente contestati delle comunità che risiedono nell’area. E non a torto se si pensa come, nel 2016, una fuoriuscita tossica dall’acciaieria Formosa ha devastato cento miglia di costa oceanica, decimando la pesca e portando a gravi conseguenze per l’approvvigionamento alimentare della popolazione.

La Banca ha però dichiarato che avrebbe completamente abbandonato il carbone nel 2021, ma solo dopo aver concluso gli accordi esistenti e precedentemente sottoscritti. 

La notizia emerge la settimana dopo che Temasek – holding company di proprietà del Governo di Singapore a sua volta proprietaria della DBS – ha dichiarato l’intenzione di dimezzare le emissioni di carbonio delle sue società in portafoglio entro il 2030. Come riportato da Eco-Business, per il momento DBS non ha tuttavia risposto alle molteplici richieste di chiarimento. 

 

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