Con una dichiarazione congiunta, scienziati climatologi, fisici, biologi, ingegneri e ricercatori di oltre 20 paesi hanno annunciato la propria adesione a Extinction Rebellion (XR), l’organizzazione internazionale nata nel 2018 in Gran Bretagna e schierata in prima linea nella lotta per la difesa del clima
Extinction Rebellion, anche gli scienziati approvano la disobbedienza civile di massa per forzare l’azione per il clima
(Rinnovabili.it) – Quasi 400 scienziati hanno aderito alla campagna di disobbedienza civile volta a costringere i governi ad agire concretamente e rapidamente per affrontare il problema climatico. Con una dichiarazione congiunta, scienziati climatologi, fisici, biologi, ingegneri e ricercatori di oltre 20 paesi hanno annunciato la propria adesione a Extinction Rebellion (XR), l’organizzazione internazionale nata nel 2018 in Gran Bretagna e schierata in prima linea nella lotta per la difesa dell’ambiente.
Indossando camici bianchi da laboratorio, un gruppo di circa 20 firmatari si è riunito sabato davanti al London’s Science Museum per leggere il manifesto: “riteniamo che la continua inazione governativa sul clima e la crisi ecologica giustifichino ora proteste pacifiche e non violente e azioni dirette, anche se questo va oltre i limiti della legge attuale“, ha spiegato Emily Grossman, divulgatrice scientifica con dottorato di ricerca in biologia molecolare. ”Pertanto – ha aggiunto – sosteniamo coloro che si stanno ribellando pacificamente contro i governi di tutto il mondo che non riescono ad agire in modo proporzionale all’entità della crisi”.
Mentre molti scienziati hanno evitato il dibattito politico temendo che essere percepiti come attivisti potesse minare le loro pretese di obiettività, i 395 accademici firmatari hanno scelto invece di sfidare la convenzione: “l’urgenza della crisi è ora così grande che molti scienziati sentono, come umani, il dovere morale di agire in modo radicale”, ha detto Grossman. Tra i firmatari aderenti a Extinction Rebellion vi sono anche diversi scienziati appartenenti al gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) sostenuto dall’ONU e autore di una serie di rapporti che sottolineano l’urgenza di drastici tagli alle emissioni di carbonio. “Non possiamo permettere che il ruolo degli scienziati sia oggi soltanto quello di scrivere articoli e pubblicarli su sconosciute riviste sperando che, in qualche modo, qualcuno là fuori faccia qualcosa – ha spiegato Julia Steinberger, economista ecologica all’Università di Leeds e autrice principale dell’IPCC – Dobbiamo ripensare il ruolo dello scienziato, impegnandoci affinché il cambiamento sociale avvenga in fretta e su larga scala”.
Nato in Inghilterra nel novembre del 2018 dal movimento Rising Up!, Extinction Rebellion sostiene la lotta non violenta, la fiducia nella scienza e la disobbedienza civile. I manifestanti chiedono che “si dica la verità, dichiarando lo stato di emergenza ecologica e climatica – si legge sul sito dell’organizzazione – si prendano misure immediate per azzerare le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2025, fermando la distruzione degli ecosistemi e della biodiversità; vengano istituite Assemblee di cittadini con potere deliberativo“. È dal 7 ottobre che, in oltre 60 città di tutto il mondo, gli attivisti di XR manifestano pacificamente per spronare i governi ad agire in fretta: in 3 mila hanno bloccato il traffico a Berlino, in centinaia sono scesi in strada a Sydney e Melbourne, a Parigi oltre 1000 attivisti sostenuti dai Gillet Gialli hanno occupato un centro commerciale e a Londra la polizia ha arrestato 1000 dimostranti ed altri 1.400 sono stati fermati dalla polizia in 20 città, tra cui Bruxelles, Amsterdam, New York e Toronto. Ora più forti perché concretamente appoggiati dalla comunità scientifica – o perlomeno da parte di essa – gli attivisti non si fermeranno e hanno già annunciato una serie di manifestazioni per le prossime settimane in tutto il mondo.