Greenpeace, Friends of Earth e WWF commentano la nuova squadra europea, mettendo in discussione alcune delle priorità del presidente Ursula von der Leyen
(Rinnovabili.it) – La Presidente eletta Ursula von der Leyen ha presentato ieri la sua squadra e le priorità della nuova Commissione europea. L’esecutivo UE sarà strutturato attorno agli obiettivi che sono valsi alla politica tedesca la fiducia dell’Europarlamento, ossia un New Green Deal, un’Europa pronta per l’era digitale, un’economia che lavora per le persone e un nuovo slancio per la democrazia comunitaria.
Ma nonostante l’enfasi posta sulle questioni ambientali e climatiche, il discorso della von der Leyen non ha convinto al cento per cento le grandi associazioni ambientaliste.
Per Magda Stoczkiewicz, vicedirettrice di Greenpeace, l’orizzonte a cui punta Bruxelles non è ancora all’altezza di ciò che richiede la scienza per rispondere alla crisi ecologica in atto. “Von der Leyen sta presentando il suo gruppo di commissari come un diem team verde, ma è la strategia di gioco che conta davvero – ha commentato Stoczkiewicz – Per limitare la disgregazione climatica ed evitare il collasso ecologico e per farlo in modo equo, abbiamo bisogno di riordinare tutti i settori dell’economia europea in modo che lavorino per la natura e le persone, dall’energia ai trasporti, dall’agricoltura alla pesca”.
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A lasciare perplessi è in parte il background della nuova squadra di commissari su si attende ora il pronunciamento di Strasburgo. Come spiega Jagoda Munić, direttrice di Friends of Earth Europa: “Il presidente von der Leyen ha affermato che la protezione del clima e lo sviluppo sostenibile sono una priorità” ma “quasi nessuno dei Commissari proposti ha una solida reputazione in merito. Chiediamo al Parlamento europeo di spingere i candidati a dimostrare le loro credenziali climatiche nelle loro audizioni”.
Non solo. Uno dei punti che più preoccupa è l’alleggerimento burocratico proposto dal nuovo capo dell’esecutivo UE. “È allarmante sentire von der Leyen dire che vuole ridurre la burocrazia – ha aggiunto Munić — Si riferisce a leggi e standard che proteggono il lavoro, la salute, la sicurezza e l’ambiente e avvantaggiano tutti i cittadini”.
Le fa eco Ester Asin, a capo dell’Ufficio Politica Europea del WWF “Nel complesso, l’immagine sembra buona, ma il diavolo è ovviamente nei dettagli. La proposta di sviluppare uno strumento ‘one in, one out’ al fine di limitare il corpus legislativo – anche in materia ambientale – rischia di avere un effetto agghiacciante sulle iniziative necessarie per raggiungere il Green Deal europeo. Prima di approvare il nuovo Collegio, il Parlamento deve opporsi a questo principio, qualora minasse una maggiore ambizione ambientale e climatica”.