Rinnovabili • raffreddamento passivo

Il sistema di raffreddamento passivo che abbatte le temperature interne di 6°C

Ideato dai ricercatori della Buffalo School of Engineering and Applied Sciences, il sistema composto da una scatola in schiuma assorbente sfrutta un sottile strato misto di alluminio e polimeri per assorbire luce e calore così da raffreddare sia le abitazioni che l'ambiente.

raffreddamento passivo
La scatola in alluminio e polimeri realizzata dai ricercatori della Buffalo School of Engineering and Applied Sciences – Credit: University of Buffalo

Il sistema di raffreddamento passivo non utilizza elettricità ed è composto di materiali low cost

 

(Rinnovabili.it) – I ricercatori della Buffalo School of Engineering and Applied Sciences hanno messo a punto un dispositivo low cost e a zero consumo di energia capace di raffreddare allo stesso tempo abitazioni e ambiente circostante: il sistema di raffreddamento passivo potrebbe essere installato sui tetti di palazzi o case e ridurre la temperatura interna fino a un massimo di 6°C di giorno e 11°C di notte.

 

Il prototipo costruito dagli studiosi statunitensi è costituito da una piccola scatola in schiuma rivestita da uno speciale strato misto di metallo e polimero, un foglio d’alluminio rivestito con un polimero trasparente chiamato polidimetilsilossano. L’alluminio riflette la luce solare, mentre il polimero assorbe e dissipa il calore dall’aria circostante.

 

L’energia solare viene convogliata verso il centro della scatola dalla particolare conformazione della struttura: le pareti esterne (oblique) sono composte da un materiale che assorbe l’energia solare, mentre quelle interne (dello stesso materiale) sono costruite a forma di cono invertito. Una conformazione che aiuta ad assorbire la luce in entrata e a reindirizzare verso l’esterno il calore riflesso dal film di alluminio/polidimetilsilossano.

 

>>Leggi anche Raffreddamento passivo: dal Maryland, il legno refrigerante che abbatte i consumi<<

 

La scatola così da una parte blocca la luce solare (e il conseguente calore sulla superficie colpita), dall’altra irradia meno calore nell’atmosfera grazie all’assorbimento garantito dallo strato polimerico: “Il polimero rimane freddo mentre dissipa il calore attraverso le radiazioni termiche e può quindi raffreddare l’ambiente – spiega il primo autore dello studio, Lyu Zhou, della Buffalo School of Engineering and Applied Sciences – Un procedimento che chiamiamo raffreddamento radiativo o passivo e che è molto interessante perché non consuma elettricità e non avrà bisogno di batterie o altre fonte di energia”.

 

Gli studiosi americani hanno testato l’efficienza della scatola di raffreddamento passivo installandone diverse sul tetto di un piccolo ambiente: dai dati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Sustainability, il sistema è riuscito a diminuire fino a 6°C la temperatura interna durante il giorno e fino a 11°C durante la notte.

 

Un’innovazione che potrebbe presto trovare applicazione sui tetti di alti edifici e in zone urbane ad alta densità, dove le radiazioni riflesse contribuiscono al cosiddetto effetto “isola di calore”.