Uno studio del think tank IISD ha calcolato che basterebbe convogliare una quota tra il 10% e il 30% dei sussidi pubblici alle fossili verso le rinnovabili per rendere quest'ultime la principale fonte energetica del Pianeta.
I sussidi ai combustibili fossili ammontano a oltre 335 miliardi di euro annui in tutto il mondo
(Rinnovabili.it) – Spostare una quota pari al 10-30% dei sussidi ai combustibili fossili verso le rinnovabili potrebbe bastare a far diventare quest’ultime la principale risorsa energetica del Pianeta: a sostenerlo è un report del think tank International Institute for Sustainable Development (IISD).
Secondo gli esperti dell’IISD, le energie fossili sono sovvenzionate dai Governi di tutto il mondo per un ammontare complessivo di oltre 335 miliardi di euro annui, mentre alle rinnovabili verrebbero destinati circa 90 miliardi di euro ogni anno. Basterebbe reindirizzare solo una parte (tra i 30 e i 90 miliardi di euro) delle risorse economiche dedicate al settore verso lo sviluppo delle rinnovabili per accelerare in maniera definitiva la transizione energetica.
I sussidi alle fossili sono al centro della discussione già da diversi anni: nel 2009, il G20 ipotizzò il rapido abbandono dello schema di sussidio statale, senza però portare ad azioni concrete. Ancora nel 2017, dei 19,3 miliardi di euro di sussididannosi per l’ambiente forniti in Italia, ben 16,8 miliardi erano aiuti dedicati al comparto fossile.
“Quasi ovunque, le energie rinnovabili sono così prossime ad essere competitive che uno scambio di sovvenzioni del 10-30% cambierebbe gli equilibri e le trasformerebbe da una tecnologia che sta lentamente crescendo a una che è istantaneamente la più praticabile e può sostituire quantità davvero elevate di generazione energetica”, ha spiegato Richard Bridle, tra i principali autori dello studio dell’IISD.
Il report segnala comunque che il trend è già in atto: dal 2008, gl’investimenti annuali in fonti rinnovabili sono sempre stati superiori a quelli per la produzione di elettricità da energie fossili, mentre la nuova capacità installata da fonti sostenibili ha superato quella da fonti combustibili ogni anno a partire dal 2014.
“Non vi è dubbio che le energie rinnovabili possano alimentare il sistema energetico – continua Bridle – La domanda ora è: possiamo abbandonare abbastanza rapidamente carburanti come il carbone? E in questo contesto, la riforma dei sussidi è un passo decisivo”.
Un precedente studio dell’ISSD mostrava come il taglio dei sussidi in 20 nazioni dove tale schema viene largamente impiegato e il reindirizzamento del 30% delle sovvenzioni verso le rinnovabili potrebbe causare un crollo delle emissioni inquinanti tra l’11% e il 18%.
Il report spiega che il ritiro dei sussidi potrebbe causare l’innalzamento dei prezzi per l’approvvigionamento energetico nel breve periodo oltre all’inevitabile instabilità politica che ne conseguirebbe; tuttavia riporta anche l’esperienza di 4 Paesi in via di sviluppo (India, Indonesia, Zambia e Marocco) dove i Governi hanno avviato lo spostamento dei fondi dalle fossili alle rinnovabili, gestendo al contempo i disagi per la popolazione.
Di pochi giorni fa, intanto, è la notizia che la Banca Europea per gl’investimenti sospenderà i finanziamenti alle energie fossili a partire dal 2020, un chiaro segnale di cambiamento inviato a fondi e investitori.