Frutto della fusione tra Istituto di Biometeorologia e di quello per la valorizzazione del legno, il nuovo ente punta su un settore che in Europa vale oltre 2 miliardi di euro l’anno.
(Rinnovabili.it) – Nasce ufficialmente l’Istituto di Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Battezzato con la sigla CNR-Ibe, avrà sede a Firenze. La nuova creatura è il risultato della fusione dell’Istituto di biometeorologia (Cnr-Ibimet) e dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Cnr-Ivalsa) e risponde alla logica del riordino della rete scientifica dell’ente.
La scelta, oltre a questioni di efficientamento del sistema, è anche frutto di una scommessa su quello che è considerato un settore strategico per il futuro, con sempre più investimenti a livello nazionale ed europeo.
Ma cosa farà esattamente l’Istituto di Bioeconomia? Le competenze e le linee di ricerca comprendono diverse attività nello sviluppo di soluzioni per valorizzare la biodiversità e per rafforzare processi di resilienza, sostenibilità, efficienza e capacità di mitigazione e adattamento ai cambiamenti globali nelle filiere della produzione primaria (agricoltura, foreste, pesca) e della foresta-legno, ma anche dell’industria chimica, delle biotecnologie, dell’energia, manifatturiero ed edile, utilizzando bio-risorse rinnovabili per produrre cibo, materiali ed energia.
“La Bioeconomy Strategy della Commissione Europea è alla base del prossimo Programma Quadro 2021-2027 (Horizon Europe-FP9), con investimenti per 10 miliardi di euro, rispetto ai 3,85 miliardi del 2014-2020. Il prossimo Programma nazionale della ricerca 2020-2025 prevede un’area strategica Bioeconomy, food and blue growth – spiega il presidente Massimo Inguscio – L’Istituto di bioeconomia del Cnr riveste un ruolo strategico, creando sinergie scientifiche e gestionali grazie a una massa critica di 195 persone con eccellenti competenze multidisciplinari all’avanguardia su: produttività degli agro-ecosistemi, salvaguardia della biodiversità vegetale, utilizzo sostenibile del legno, gestione e raccolta delle biomasse, agricoltura di precisione, modellistica meteorologica e climatologica, servizi climatici, analisi della sostenibilità ambientale e dei processi produttivi, valorizzazione dei servizi ecosistemici. Il Cnr-Ibe sarà anche impegnato nelle attività di formazione, comunicazione, divulgazione, engagement, didattica e sensibilizzazione sociale e nelle scuole sulle relazioni fondamentali tra ambiente, tecnologie, sicurezza alimentare, rischi e società in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e impegni presi da 200 nazioni negli storici Accordi di Parigi nel 2015”.
La Bioeconomia europea vale all’incirca 2.300 miliardi di euro ogni anno. I posti di lavoro che genera sono più di 18 milioni. Sono in Italia, gli addetti sono quasi 2 milioni, con 330 miliardi di euro di fatturato annuo, divisi in 52 miliardi relativi alla produzione agricola, con 800 mila occupati, e 140 alla produzione industriale alimentare, con quasi 400 mila occupati. L’Italia è la terza nazione del settore in Europa, dopo Germania e Francia, e la seconda come presenza nei progetti europei su Bioeconomy-Food e Blue Growth (Horizon2020 e Public Private Partnership BBI JU).
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