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Prodotti chimici illegali, i grandi marchi infrangono le leggi UE

Secondo l'indagine del governo tedesco 940 sostanze sono state immesse sul mercato europeo senza ripettare gli standard di sicurezza del REACH

Prodotti chimici illegali

 

 

 BUND fa i nomi di prodotti chimici e produttori che dal 2014 non hanno rispettato le norme UE

(Rinnovabili.it) – Due terzi dei 700 prodotti chimici esaminati dalle authority europee infrangono importanti aspetti del regolamento REACH sulla sicurezzaIl problema evidenziato lo scorso novembre dalla European Chemicals Agency (ECHA), diventa oggi una denuncia per mano della European Environmental Bureau, la rete di oltre 143 organizzazioni ambientaliste europee. Uno dei suoi membri – la tedesca BUND – ha rivelato oggi i nomi di alcune grandi aziende coinvolte, la cui identità è stata finora protetta dalle stesse authority comunitarie.

 

BUND ha utilizzato le norme sulla libertà di informazione per ottenere i dettagli di un’indagine eseguita da governo tedesco sui fascicoli relativi alla sicurezza chimica a partire dal 2014. L’esame ha portato alla luce ben 940 sostanze immesse sul mercato senza rispettare gli standard REACH. Le barriere alla trasparenza hanno impedito all’organizzazione tedesca di verificare se la maggior parte delle sostanze chimiche fosse ancora oggi non conforme, ma 41 dei dossier analizzati sono rimasti invariati dal 2014 al 13 aprile 2019.

 

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Quello che oggi si sa per certo è che sono state identificate ben 654 compagnie all’interno dei 28 paesi europei che, secondo l’indagine governativa di Berlino, stanno infrangendo la legge. Si va dai produttori cosmetici, a quelli alimentari passando per medicine e plastica. Il più alto numero di infrazioni si registra proprio in Germania (169), seguita dal Regno Unito (80), Olanda (68), Francia (58), Italia (49), Spagna (42) e Belgio (38). Cinque delle 10 più grandi aziende di prodotti chimici sono implicate, ossia BASF, Dow Chemical, SABIC, Ineos, ExxonMobil.

“Questo dovrebbe preoccupare gli investitori e le società a valle quanto i cittadini”, spiega Tatiana Santos, responsabile della politica sui prodotti chimici dell’EEB. “L’ECHA ha affrontato questo problema per anni. Vediamo l’agenzia muoversi nella giusta direzione, ma perché tutto questo segreto? […] BUND ha rivelato solo la punta dell’iceberg; ora è l’ECHA a doverci dirci il resto. Abbiamo il diritto di sapere se le sostanze chimiche sono sicure o meno. REACH è la migliore e più ambiziosa regolamentazione chimica del mondo e quella che ci ha resi orgogliosi di essere europei quando è stato creato per la prima volta. Ma conta poco se non viene presa sul serio“.

 

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.