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Quando la circular economy incontra la filiera dell’ortofrutta

Il Consorzio Nazionale Imballaggi in Plastica ha presentato i dati del suo Green economy report. Ogni anno immesse sul mercato 86mila tonnellate di casse in materiale riciclato e riciclabile

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CONIP, una bella storia “circolare”  lunga vent’anni

(Rinnovabili.it) – Ben 770mila barili di petrolio evitati per un valore di oltre 40 milioni di euro, 148mila tonnellate di CO2 risparmiate all’atmosfera e quasi 600 milioni di litri d’acqua non consumati. Questi sono solo alcuni dei benefici ambientali che in un anno ha portato a casa il Conip, il Consorzio Nazionale Imballaggi in Plastica (https://www.conip.org). Ma se si dovesse fare il conto di tutti e venti gli anni di attività, le cifre sarebbero ben più alte. Sì perché il consorzio è impegnato fin dal 1998, anno della sua nascita, a ridurre, attraverso il riciclo, l’impatto ambientale degli imballaggi plastici rigidi impiegati nell’ortofrutta. E oggi i risultati pesano non poco sulla bilancia delle green economy nostrana.

 

Per raccontare la sua storia, i risultati di questo impegno e gli ultimi trend sostenibili che stanno contaminando la distribuzione ortofrutticola, il consorzio ha organizzato stamane a Roma il convegno intitolato “Chiudere il cerchio. L’evento, realizzato in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha offerto un viaggio virtuale nel modello Conip e nelle prospettive nazionali della circular economy.

 

Quello che è emerso dalla giornata conferma ancora una volta il ruolo da precursore del Belpaese, quando si parla di chiusura del cerchio industriale. Lo dimostrano, nero su bianco, i dati del Consorzio, contenuti nell’ultimo Green Economy Report. In vent’anni di attività, la produzione di cassette in plastica da materia prima seconda (ossia da riciclo di rifiuti polimerici anziché dal granulo vergine), ha permesso all’Italia di evitare 13 milioni di barili di greggio, per un risparmio economico di oltre un miliardo di euro. E più di tre quarti di tale beneficio economico derivano solo dagli ultimi 10 anni. Dall’anno di nascita al 2017, il Conip ha prodotto oltre 900mila tonnellate di macinato e granulo secondario grazie al riciclo di cassette in polietilene ad alta densità (HDPE) e in polipropilene (PP).

 

Quando la circular economy incontra la filiera dell’ortofrutta

 

Questi risultati sono il frutto di una rete che è cresciuta progressivamente negli anni: oggi il network Conip conta 69 raccoglitori e 13 riciclatori che coprono ben 16 Regioni italiane. A dar nuova vita alla plastica sono attualmente 24 presse, 72 mulini per la produzione di macinato e 15 estrusori per il granulo. Cosimo Damiano De Benedettis, direttore generale del consorzio, riassume così l’obiettivo del rapporto: “Pensiamo che la nostra sia una bella storia da raccontare, una testimonianza di come la circular economy non sia una teoria astratta e lontana, ma una realtà concreta e attuale. E credo che il nostro consorzio, radicato in questa realtà, svolga un ruolo importante”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.