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L’Australia si candida a primo esportatore mondiale d’idrogeno

Il Paese inizia a portare fuori dai suoi confini l’idrogeno verde, consolidando il ruolo di esportatore nel settore del gas

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Attuale produzione di idrogeno in Australia

 

 

Attivo il primo impianto pilota che, tramite l’energia solare, produce idrogeno e lo converte in una forma sicura per il trasporto

(Rinnovabili.it) – Nuova pietra miliare nella storia energetica dell’Australia. Lo scorso 4 aprile la nazione ha effettuato la prima esportazione di idrogeno verde, ossia prodotto dall’elettrolisi dell’acqua sfruttando le energie rinnovabili. Il progetto ha coinvolto due università e la JXTG, il più grande conglomerato petrolifero del Giappone, e, nonostante si tratti solo di un test di proof of concept, ha un’importanza unica e per più motivi. L’Australia sta preparando una nuova strategia in termini di esportazioni di gas. In questo contesto il vettore energetico potrebbe offrire un potenziale significativo per il Paese contribuendo con 1,7 miliardi di dollari all’anno all’economia nazionale. A sostenerlo è un rapporto pubblicato dall’agenzia australiana per le energie rinnovabili (ARENA) secondo cui le pregresse esperienze con l’LNG, le infrastrutture nazionali e la particolare posizione, sono tali da permettere alla nazione di diventare il primo esportatore al mondo di idrogeno. Il documento identifica il Giappone, la Cina, La Corea del Sud e Singapore come potenziali mercati entro il 2025. D’altra parte la produzione ha già messo radici sul territorio australiano mentre la tecnologia per sfruttare il vettore in quanto tale, langue.

 

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Portare all’estero il carburante significa però risolvere diverse sfide legate al trasporto di questo gas, in termini di costi, efficienza energetica, purezza e riduzione al minimo delle perdite. L’iniziativa firmata JXTG ha permesso di sciogliere almeno in parte questi nodi. I ricercatori della società hanno utilizzato la centrale fotovoltaica a concentrazione della Queensland University of Technology, per alimentare l’impianto pilota: qui l’idrogeno prodotto dall’acqua è legato ad una sostanza chimica chiamata toluene, convertendo il tutto in metilcicloesano (MCH), composto oleoso che può facilmente essere trasportato in autocisterne convenzionali ed oleodotti. Una volta giunto a destinazione, l’idrogeno e viene estratto dall’MCH e il toluene può essere riutilizzato nel ciclo di trasporto.

 

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“Il successo dell’export dimostrativo di idrogeno rinnovabile all’estero è un primo passo emozionante nella produzione e commercio di idrogeno su larga scala in futuro”, ha commentato il Premier del Queensland, Annastacia Palaszczuk. “Esprimo il mio plauso ai partner del progetto per aver reso tutto ciò realtà”.

Va ricordato come all’inizio di quest’anno, il Partito laburista australiano abbia pubblicato un piano nazionale sull’idrogeno, che prevede 1 miliardo di finanziamenti a progetti di idrogeno pulito e ben 100 milioni in sussidi ARENA per le infrastrutture di rifornimento. Il documento prevede anche di trasformare il porto del Queensland da scalo del carbone a “hydrogen hub” nazionale.