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Soldi pubblici alle fonti fossili: così in Italia paghiamo 18,8mld l’anno

Tra finanziamenti diretti e indiretti, riduzioni di accise ed esenzioni continua a essere cospicuo l’aiuto all’energia sporca. Legambiente: “Inserire nel Piano Energia e Clima la road map per la cancellazione dei sussidi alle fossili entro il 2025”

Soldi pubblici alle fonti fossili

 

L’associazione ambientalista aggiorna i dati del dossier “Stop Sussidi alle fonti fossili”

(Rinnovabili.it) – Ben 18,8 miliardi di euro. A tanto ammontano i soldi pubblici spesi in Italia, in un solo anno, per aiutare gli idrocarburi. A mettere nero su bianco gli incentivi pagati all’oil and gas è Legambiente presentando l’aggiornamento del dossier Stop Sussidi alle fonti fossili. Il documento mette in luce l’assurdo paradosso del settore energetico nazionale (ma non solo) che, nonostante l’attuale crisi climatica, sembra non in grado di liberarsi dai “vizi” fossili: sussidi alle trivelle, CIP6 alle fonti assimilate, esenzioni per imprese energivore, incentivi indiretti alle aree geograficamente svantaggiate, extra-costi per le isole minori, finanziamenti pubblici, contributi alla capacità, incentivi alla gassificazione da fossili, fino a garanzie e prestiti pubblici.

 

Quando si parla di rinnovabili, uno dei primi argomenti usati per sconfessare l’energia pulita sono è quello dei costi in bolletta: gli utenti rischiano pagare oneri troppo alti. Ma quando i conti in tasca si fanno alle fonti fossili è facile accorgersi come l’ago della bilancia penda tutto dalla parte di gas e petrolio. E le cifre stanno salendo. Se nel 2015 per l’Italia si calcolavano circa 14,8 miliardi di euro l’anno di sussidi, diretti o indiretti, alle fonti fossili, oggi la cifra è quasi a quota 19 miliardi. Eppure, ricorda l’associazione del cigno verde, con le giuste politiche potremmo eliminare oltre 14,3 miliardi di euro l’anno di incentivi e rimodulare il resto verso altri settori.

 

Il quadro della spesa pubblica per le fossili in Italia

Nella parola “aiuto” o “sussidio” rientra qualsiasi azione governativa atta a ridurre il costo della produzione di energia, aumentare il prezzo ricevuto dai produttori o abbassare quello pagato dai consumatori. In questo caso specifico, è tutto ciò che avvantaggia gli idrocarburi rispetto le altre fonti di energia.

Le sovvenzioni più ovvie sono i finanziamenti diretti e le agevolazioni fiscali, ma ci sono molte altre attività che vanno considerate dei sussidi: prestiti e garanzie a tassi agevolati, controlli sui prezzi, accordi governativi che forniscono risorse come terra e acqua a società di combustibili fossili a tassi inferiori a quelli del mercato, ricerca e finanziamenti per lo sviluppo e altro ancora.

 

Tra tutti, di particolare rilievo nel panorama italiano sono i sussidi alle trivellazioni intese come basse royalties (del 10% per le estrazioni in terra ferma e del 7% per quelle in mare) e le esenzioni dal pagamento di aliquote allo Stato (per il petrolio sono esenti le prime 20mila tonn di petrolio prodotte annualmente in terraferma e le prime 50 mila prodotte in mare, per il gas i primi 25 milioni di metri cubi standard estratti a terra e i primi 80 milioni di m3 in mare).

 

A ciò si aggiungono i finanziamenti pubblici a progetti internazionali, le esenzioni e le riduzioni per l’utilizzo di combustibili fossili in diversi settori (sotto forma di detrazione e/o riduzione di accise e sconti) e gli extracosti per le isole minori, una voce che ripaga la produzione di centrali vecchie e inquinanti in regime di monopolio dove l’operatore controlla anche la rete, impedendo di fatto lo sviluppo di impianti da fonti rinnovabili. Nella lista compare anche lo sconto sugli oneri di sistema alle cosiddette “aziende energivore”, i contributi a impianti e centrali attraverso la componente PD della bolletta elettrica destinata alla copertura dei costi di dispacciamento; in quest’ultima voce figurano i corrispettivi a copertura dei costi delle “centrali essenziali”,  quelli degli impianti che partecipano al servizio di interrompibilità e per gli interconnector, linee elettriche di connessione con l’estero, finanziate da soggetti privati.

 

 

VOCE

SUSSIDIO

E

R

TIPO

EURO

TOTALE

Trivellazioniesenzione royalties (sotto soglia)Xindiretto58.000.000747.340.000
inadeguatezza royaltiesXindiretto414.000.000
inadeguatezza canoniXindiretto275.000.000
deduzioni regionali*Xdiretto340.000
CIP6Cip6Xdiretto444.000.000719.000.000
altri rimborsiXXdiretto275.000.000
Isole minorireintegrazione costi alle imprese (delibera Arera)Xdiretto10.000.00074.000.000
reintegrazione costi (componente Auc4RIM bollette elettriche)Xdiretto64.000.000
Aree geografiche svantaggiatereintegrazione costiX94.000.00094.000.000
Contributi ad impianti e centraliimpianti essenzialiXindiretto327.500.0001.081.100.000
impianti interrompibiliXindiretto359.800.000
interconnectorXdiretto330.800.000
Esenzioni oneri di sistemisconti energivoriXdiretto1.700.000.0001.850.000.000
esenzioni oneri dispacciamento altre aziendeXdiretto150.000.000
Esenzioni e Riduzionibilancio dello statoXXdiretto3.380.820.0003.380.820.000
Esenzioni trasportiXX6.981.960.0006.981.960.000
Prestiti e garanzie pubbliciSACE, CDP, SIMESTXdiretto1.490.000.0001.490.000.000
RIUelusione reti interneXindiretto2.000.000.0002.000.000.000
Rigassificatore OLTcontributoXdiretto97.100.00097.100.000
Gassificazione da fossileXdiretto310.000.000310.000.000
TOTALE18.825.320.000

Rapporto Stop Sussidi alle Fonti Fossili di Legambiente – *dato parziale – E= eliminabile – R = rimodulabile