L'abbigliamento sostenibile realizzato dalla start-up pratese Rifò debutta alla fiera milanese Fa la cosa Giusta!, dove propone in anteprima la collezione primavera/estate, composta da capi in cotone rigenerato e organico
Nell’abbigliamento sostenibile di Rifò non è presente nemmeno una piccola quantità di cotone vergine
(Rinnovabili.it) – Tessuti in cotone rigenerato e organico, ipoallergenici e prodotti senza additivi chimici e con un minimo utilizzo d’acqua. Questa la ricetta dell’abbigliamento sostenibile firmato Rifò che debutta a Fa’ la cosa giusta!, fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, in programma a Milano dall’8 al 10 marzo. La giovane start-up pratese, infatti, fondata nel dicembre 2017 da Niccolò Cipriani e Clarissa Cecchi, produce capi e accessori di alta qualità, realizzati con fibre tessili 100% rigenerate. Nel capoluogo lombardo, Rifò presenterà in anteprima la nuova collezione primavera/estate, nella quale i protagonisti sono teli da mare e scialli, articoli creati artigianalmente: i primi, a telaio jacquard e disponibili in 9 diverse fantasie, i secondi, invece, con fibre tessili composte per l’80% da cotone rigenerato e per il 20% da cotone organico, in 18 combinazioni di colore.
>>Leggi anche Moda sostenibile: proposta UK per fermare consumo usa e getta<<
Come spiegato dai fondatori, si tratta di prodotti nei quali non è presente nemmeno una piccola quantità di cotone vergine. “Questo perché – spiegano – è una delle fibre più inquinanti dell’industria tessile”. Per produrre un capo in cotone vergine, infatti, vengono utilizzati tra i 2.700 e i 3.200 litri d’acqua e un notevole quantitativo di pesticidi; per produrre un telo da mare Rifò, invece, vengono impiegati 1,5 chilogrammi di scarti di cotone e consumati soltanto 120 litri d’acqua. L’azienda pratese, inoltre, ha messo a punto un innovativo metodo di produzione grazie al quale riesce a realizzare una t-shirt in cotone rigenerato e fibra tessile ricavata da 4-5 bottiglie di plastica recuperate dal mare. “Così diamo nuova vita ai tessuti – sostengono – e combattiamo, nel contempo, l’abbandono di materiale plastico nell’ambiente”. Numerosi i vantaggi ambientali di un simile processo produttivo: l’abbigliamento sostenibile realizzato da Rifò, che i creatori garantiscono avere le stesse qualità dei prodotti originali, è in grado di ridurre, rispetto a un capo nuovo, del 90% l’uso di acqua, del 77% quello dell’energia, del 90% i prodotti chimici, del 95% le emissioni di CO2 e del 100% l’uso di coloranti.
Il marchio, arrivato terzo alla finale nazionale del Premio Cambiamenti del CNA, riservato alle aziende più innovative del Paese, si ispira a un modello economico etico e sostenibile, senza rinunciare all’eleganza, alla qualità e alla cura per i dettagli. Perno del brand Rifò è #2lovePrato, iniziativa, che finanzia, con 2 euro per ogni acquisto, progetti scelti di Fondazione Ami, Opera Santa Rita e Legambiente.