Gli scienziati del NREL hanno sviluppato un processo di riciclaggio che trasforma i rifiuti in PET in prodotti più preziosi con una durata di vita maggiore
Una ricerca statunitense scopre che la biomassa può incrementare l’upcycling della plastica
(Rinnovabili.it) – Una delle plastiche più facilmente riciclabili? Il polietilene tereftalato o PET, polimero oggi utilizzato principalmente per la realizzazione di bottiglie e packaging alimentare. Ma l’esistenza di un processo di recupero della materia non ne garantisce un’effettiva seconda vita.
Questo perché il PET riciclato è qualitativamente e funzionalmente inferiore a quello vergine e dispone pertanto di poco spazio sul mercato. Come spiega Gregg Beckham, ricercatore del NREL statunitense, “attualmente il riciclaggio standard del PET è essenzialmente downcycling”, processo che comporta la rottura di un oggetto nei suoi elementi componenti per poi assemblarli nuovamente insieme ma senza ottenere le qualità di partenza. E soprattutto senza poter ripetere l’operazione più volte.
>>Leggi anche Riciclo plastica, come colmare il divario tra offerta e domanda?<<
Per ridare valore alla plastica, Beckham e alcuni colleghi del NREL hanno studiato come trasformare il downcycling in upcycling, ossia in un processo in grado di fornire prodotti finali con un valore maggiore. “Si tratta – afferma lo scienziato – di un modo per riciclare il PET in materiali compositi di lunga durata e ad alto valore come quelli che verrebbero utilizzati per realizzare parti di automobili, pale di turbine eoliche, tavole da surf o snowboard”.
Il team ha combinato il polietilene tereftalato recuperato con fibre vegetali per produrre plastica rinforzata che è 2-3 volte più preziosa del polimero originale. Non solo. Il prodotto finale, secondo le prime stime, richiederebbe il 57% di energia in meno rispetto al PET riciclato utilizzando l’attuale processo industriale con, conseguentemente, una riduzione del 40% dei gas serra emessi. “L’idea è sviluppare tecnologie che incentivino l’economia del riciclo”, afferma Beckham. […] e che rendano gli scarti di plastica monouso preziosi da recuperare, il che, a sua volta, potrebbe aiutare a mantenere i rifiuti plastici fuori dagli oceani e dalle discariche mondiali”.
Ma c’è ancora del lavoro da fare prima che questo processo possa essere implementato oltre il banco di laboratorio. Il team ha in programma di analizzare ulteriormente le proprietà dei materiali compositi risultati da questa combinazione con monomeri vegetali per testarne la scalabilità e determinarne i vantaggi.