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L’Oreal: Sostenibilità fa rima con Bellezza del pianeta e delle persone  

Per il terzo anno consecutivo il gigante della cosmetica ha ricevuto la tripla A dal CDP, su cambiamenti climatici, foreste e sicurezza idrica

(credit: L'Oreal)
(credit: L’Oreal)

 

(Rinnovabili.it) – Sharing Beauty with all. L’impegno di L’Oréal verso la sostenibilità ha il suo mantra in questo programma, che si è dato l’orizzonte del 2020 per un carnet di progetti ambiziosi capaci di innalzare entro il prossimo anno gli standard di sostenibilità in tutto il Gruppo, lungo l’intera catena del valore. La più grande industria cosmetica al mondo, fondata nel 1909 dal chimico Eugène Schueller, raggiunge oggi con i suoi prodotti un miliardo di consumatori in tutto il mondo e ha messo al centro della sua vision la sostenibilità. E’ l’unica azienda al mondo, tra i leader globali della sostenibilità ambientale, ad aver ricevuto per il terzo anno consecutivo la tripla A dal CDP, Carbon Disclosure Project, su Climate Change, Forests e Water Security, e ciò grazie  alle notevoli iniziative avviate nel corso dell’ultimo esercizio per mitigare i rischi climatici,  contrastare la deforestazione, lungo la propria supply chain, migliorare la gestione delle risorse idriche e promuovere la nuova economia sostenibile.

 

Il gigante della cosmetica ritiene tuttavia che questo considerevole risultato possa e debba crescere ancora molto, grazie al progetto Sharing beauty with all,  puntando progressivamente e incessantemente a rendere la bellezza accessibile a tutti –  non soltanto incoraggiando attraverso i propri prodotti la bellezza delle persone, ma anche ispirando la bellezza della sostenibilità,  della salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, della salute e della sicurezza dei collaboratori e delle persone, la bellezza del sostegno alle comunità attraverso lavoro e formazione – in un gioco di squadra a livello mondiale con i propri dipendenti, con i fornitori, con le comunità locali,  con gli stessi consumatori. L’Oréal vuole raggiungere quota due miliardi di consumatori entro il 2020, legandoli in un patto che li guidi a compiere scelte sempre più etiche e responsabili, collaborando tutti insieme perché i comportamenti sostenibili entrino profondamente a far parte della vita delle persone. Per un’azienda che vanta 41 stabilimenti nel mondo, è presente in 150 paesi  con 82 mila600 collaboratori e fattura oltre 26 miliardi di euro con i suoi 34 marchi complementari, le sfide con i grandi numeri sono parte del Dna. Ma entro il 2020 non ci sono “soltanto” un altro miliardo di nuovi consumatori da raggiungere, gli obiettivi sono ben più complessi e articolati. E’ quanto è stato illustrato nel corso dell’incontro con la stampa al Quartier generale L’Oréal Italia a Milano, dove gli impegni e gli obiettivi, sia della casa madre, sia, specificamente, dell’azienda italiana, sono stati delineati dal top management, rappresentato dal Presidente e CEO di L’Oreal Italia,  Francois Xavier Fenart, da Alexandra Palt, Chief Corporate Responsibility Officer L’Oréal, in collegamento da Parigi e da Filippo De Caterina, Direttore Comunicazione Corporate L’Oréal Italia.

 

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(credit: L’Oreal)

 

Entro il 2020, ogni qualvolta sarà creato un prodotto, sarà migliorato il profilo ambientale e sociale rispetto ad almeno uno dei quattro punti cardine attorno ai quali ruota l’azione di L’Oréal.

1) Innovazione in maniera sostenibile: significa che dovrà verificarsi una  riduzione dell’impronta  ambientale; oppure, si dovranno usare materie prime rinnovabili  reperite in maniera sostenibile o derivanti  da procedimenti chimici sostenibili; oppure, si dovrà offrire un packaging con un profilo  ambientale migliore, oppure un  prodotto con impatto sociale positivo.

 

2) Produzione in maniera sostenibile: entro il 2020  l’impronta ambientale sarà ridotta del 60% rispetto ai livelli di riferimento del 2005 e sarà avvicinato alla bellezza un miliardo di nuovi consumatori: rispetto ai dati del 2005, saranno ridotte del 60%  in termini assoluti le emissioni di CO2 negli stabilmenti e centri di produzione; sarà ridotto del 60%  il consumo idrico per unità di prodotto finito rispetto ai dati del 2005; ridotta del 60%  la produzione di rifiuti per unità di prodotto finito  rispetto ai dati del 2005; non saranno immessi rifiuti nelle discariche; saranno ridotte del 20% le emissioni di CO2 derivanti dal trasporto dei prodotti  per unità di prodotto finito rispetto ai dati di riferimento 2011.

 

3) Vivere in maniera sostenibile: Entro il 2020 L’Oréal darà la possibilità a ciascuno dei suoi consumatori di operare scelte di consumo sostenibili e incrementerà la bellezza del pianeta. Sarà utilizzato uno strumento di analisi del prodotto per valutare il profilo ambientale e sociale di tutti i nuovi prodotti e tutti i brand  renderanno disponibili queste informazioni per permettere ai consumatori  di compiere scelte di vita sostenibili; tutti i brand analizzeranno l’effetto della propria impronta ambientale e si impegneranno a migliorarla; ciascun brand fornirà un rapporto dei propri progressi e accrescerà la consapevolezza dei propri  consumatori relativamente a scelte di vita sostenibili; i consumatori  potranno influenzare le iniziative di sostenibilità dell’azienda.

 

4) Sviluppare in maniera sostenibile. Entro il 2020 i collaboratori L’Oréal avranno accesso all’assistenza sanitaria, alla protezione sociale e alla formazione  ovunque si trovino nel mondo; il 100% dei fornitori strategici  sarà inserito nel programma aziendale di sostenibilità dedicato ai fornitori; l’azienda consentirà ad oltre centomila persone di comunità disagiate, pari al numero della forza lavoro globale, di avere accesso la lavoro.

 

“Siamo molto impegnati – ha dichiarato Alexandra Palt, nel comunicare al meglio la nostra sostenibilità, creando una partnership con i nostri consumatori. Vogliamo far arrivare il concetto che se un prodotto è sostenibile dal punto di vista ecologico, lo è anche sotto l’aspetto economico, ma non è semplice. Prima di tutto perché nei vari paesi del mondo è differente la percezione del “riciclo”. In Asia non è considerato un valore. In secondo luogo dobbiamo far arrivare le informazioni nel mondo più chiaro e semplice possibile. Stiamo lavorando ai vari canali di comunicazione. Un altro grande sforzo è verso i fornitori di materie prima nei vari paesi del mondo. In Burkina Faso, dove produciamo le noci per il burro di Karité, abbiamo insegnato alle donne a estrarre il burro dalle noci con un fornelletto, senza ricorrere alla combustione all’aperto, nociva sia per l’ambiente sia per la loro salute”.

 

Alexandra Palt, nel 2016 ha introdotto, fra i criteri utilizzati per calcolare i bonus  di tutti i Brand manager e Country Manager di L’Oréal, la verifica dei risultati rispetto agli impegni di sostenibilità del Gruppo, individuando nella prestazione  ambientale e sociale di L’Oréal un nuovo indicatore di performance. Il CEO e Presidente L’Oréal Italia, Francois Xavier Fenart, nel ricordare come entro il 2020 il 100% del Gruppo  avrà migliorato il proprio profilo ambientale e sociale, ha ribadito l’impegno  sia verso consumatori sempre più attenti alla sostenibilità, sia verso la consapevolezza dei collaboratori, sempre più virtuosi su questo fronte. L’Oréal Italia vanta inoltre un risultato unico nel gruppo.

 

(credit: L'Oreal)
(credit: L’Oreal)

 

Lo stabilimento di Settimo Torinese, i cui prodotti vengono distribuiti in 36 paesi del mondo, con i suoi 370 addetti e 100 mila metri quadri di superficie, è un fiore all’occhiello del Gruppo e ha ottenuto numerosi riconoscimenti  per l’eccellenza delle sue unità produttive. Nel 2011 il Gruppo L’Oréal ha assegnato allo stabilimento di Settimo Torinese il premio “Prix the best EHS Iniziative  Environnement”, sul risparmio idrico nella produzione di mascara. L’idea, nel 2010, di avere un fornitore terzo che produce  i flaconi shampoo all’interno dello stabilimento, ha permesso inoltre di risparmiare quasi 1000 camion l’anno, utilizzati per il trasporto dei flaconi, consentendo una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 100 tonnellate/anno. Quindi, rispetto al 2005, le emissioni di CO2 sono diminuite del 100%. A partire da ottobre 2015, anche i rifiuti sono diminuiti del 32% e il 100% di quelli prodotti vengono riutilizzati. Quanto al risparmio idrico, nel 2018 lo stabilimento di Settimo Torinese, grazie all’eliminazione delle dispersioni, è diventato dry factory,ovvero un sito che consuma acqua unicamente come materia prima  nei prodotti e non vi ricorre per altri usi. In questo modo vengono riutilizzati e quindi risparmiati  più di 48 mila metri cubi ogni anno, pari a più di 100 piscine da 25 metri.

 

Inoltre, grazie ad un accordo con il Comune di Settimo Torinese e il Gruppo Elaris, lo stabilimento  produce emissioni di CO2 neutrali, attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili combinate, che gli hanno consentito di superare gli obiettivi del gruppo di abbattimento della CO2.  Tutto ciò è reso possibile grazie alla forte attenzione per la ricerca, che  fin dalla nascita ha contraddistinto L’Oréal. Il fondatore Eugène Schueller era egli stesso un ricercatore. Nel 2017  l’azienda ha investito in Ricerca e Sviluppo 877 milioni di euro, una cifra fra le più alte del settore e ha depositato 498 nuovi brevetti, frutto di 20 centri di ricerca  e di circa 3mila900 ricercatori impegnati. Fra le sfide in agenda, una riguarda il packaging sostenibile entro il 2025, riuscendo a superare la plastica.

 

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Filippo De Caterina ha ricordato un altro aspetto dell’azione di L’Oréal per la bellezza del pianeta. E’ quello legato ai progetti benefici che i 34 marchi sviluppano nel mondo e in Italia, per dare o restituire un segno della bellezza della vita e del pianeta a donne,bambini, persone che abbiano vissuto o stiano attraversando momenti bui, difficili. Così, ad esempio, da anni L’Oréal a San Patrignano  ha realizzato un Salone interno e un corso per parrucchieri e di make-up, per ragazzi che imparano un mestiere e ragazze che imparano a guardarsi in un’altra prospettiva. Nelle divisioni oncologiche femminili dei vari ospedali italiani, con il progetto “La forza e il sorriso”, L’Oréal da anni organizza incontri per le donne che con terapie hanno smarrito la loro immagine di femminilità. Altri progetti riguardano iniziative per aiutare persone Dawn o autistiche a guadagnare autonomia, o ancora progetti  per combattere la povertà educativa, per portare in vacanza bimbi affetti da gravi malattie, o per risparmiare l’acqua o difendere i mari.  Da quest’anno si sono aggiunte le donazioni di prodotti  non più commercializzabili a 3125 associazioni,  con il duplice risultato di  non sprecare i prodotti, in una logica di economia circolare, e di raggiungere una platea di oltre 550 mila beneficiari.  I progetti si muovono parallelamente a importanti campagne promosse dall’azienda attraverso i suoi marchi, come quelle mondiali contro il melanoma o quella sul potenziamento delle carriere al femminile, o quelle per creare autonomia delle comunità locali, attraverso il supporto e la formazione. Nella costellazione di questa miriade di iniziative avviate per la sostenibilità, anche le singole divisioni sono naturalmente impegnate su sfide decisive per contribuire al bene del pianeta, ad esempio il marchio Garnier sta lanciando la prima linea interamente biologica di prodotti.