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Stoccare l’energia eolica offshore nelle rocce dei fondali, l’idea UK

Un nuovo studio suggerisce di utilizzare l’accumulo ad aria compressa per immagazzinare l’elettricità delle turbine offshore nelle formazioni rocciose del Mare del Nord

energia eolica offshore

 

Rocce porose sottomarine e aria pressurizzata, la nuova ricetta per l’accumulo dell’energia eolica offshore

(Rinnovabili.it) – Le rocce dei fondali marini britannici potrebbero essere trasformate in speciali batterie per l’energia eolica offshore. Questa l’idea promossa da un gruppo di ingegneri e geologi del Regno Unito, e pubblicata in questi giorni sulla rivista scientifica Nature Energy. Alla ricerca di un metodo efficiente per stoccare l’elettricità degli impianti rinnovabili in mare aperto, gli scienziati hanno focalizzato la loro attenzione sulle potanzialità delle formazioni rocciose presenti nel Mare del Nord. La struttura altamente porosa di queste rocce permetterebbe, infatti, di sfruttare la tecnologia di accumulo ad aria compressa per immagazzinare l’energia eolica offshore a poca distanza dal sito produttivo.

 

Il funzionamento del sistema è pressoché identico a quello degli impianti d’accumulo già implementati, ad esempio, nelle grotte saline della Gran Bretagna e della Germania. Quando è disponibile un’eccedenza di energia da risorse rinnovabili, un motore aziona il compressore per pressurizzare l’aria, che viene quindi immagazzinata nella formazione porosa. Durante il picco della domanda, l’aria compressa viene rilasciata rocce e destinata ad una turbina a gas per la produzione di elettricità.

Nello studio, firmato dagli esperti delle università di Edimburgo e Strathclyde, sono state indagate le potenzialità di questa tecnologia a livello dei fondali britannici. Il team ha utilizzato modelli matematici per valutare l’intero processo; quindi ha previsto la capacità di stoccaggio del Regno Unito combinando queste stime con un database sulle formazioni geologiche nel Mare del Nord.

 

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Il risultato? Le rocce porose nelle acque UK potrebbero immagazzinare circa una volta e mezza la domanda elettrica nazionale registrata nei mesi di gennaio e febbraio. “Lo stoccaggio di energia attraverso la tecnologia ad aria compressa […] potrebbe essere applicato alle rocce porose dei bacini sedimentari in tutto il mondo, dove sono disponibili dati storici derivanti dall’esplorazione di idrocarburi, se geograficamente vicino a fonti di energia rinnovabile”. Secondo gli scienziati, il potenziale di stoccaggio del Regno Unito è realizzabile a costi compresi tra 0,42 e 4,71 dollari al kWh.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.