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Perdere un’ora e risparmiare migliaia di tonnellate di CO2

Con l’ora legale, spiega Terna, l’Italia in sette mesi risparmierà un quantitativo di energia pari alla metà dei consumi domestici annui del Friuli Venezia Giulia

(Rinnovabili.it) – Anche in Europa è arrivata l’ora legale. Dopo che la seconda domenica di marzo l’America ha mandato indietro gli orologi di un’ora, anche nel vecchio continente sono state riposizionate le lancette. Una pratica, quella del _Daylight saving time_ (DST) per dirla all’inglese, non diffusa in tutta il mondo (manca all’appello gran parte dei Paesi in via di Sviluppo) e anche molto controversa. Secondo le previsioni diffuse da Terna in questi giorni nei prossimi 7 mesi, l’ora legale apporterà un risparmio complessivo dei consumi elettrici pari a 644 milioni di kWh – quattro in più rispetto al 2009 – che in termini economici, e tenendo presente che un kWh costa in media al cliente finale circa 14 centesimi di euro al netto delle imposte, equivarrebbe a 90 milioni di euro in meno sulla bolletta.
E come ormai tutti sanno minori consumi si traduce in minori emissioni di CO2 nell’atmosfera, in questo caso per un valore stimato intorno alle 300 mila tonnellate.
“Il mese che segna il maggior risparmio energetico stimato è Aprile, – si legge nella nota stampa – con oltre 175 milioni di kilowattora (pari al 27% del totale). In autunno il primato va invece al mese di Ottobre con oltre 187 milioni di kilowattora risparmiati. Ciò è dovuto al fatto che aprile ha giornate più “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento”.
Non tutti sono d’accordo sui benefici. Secondo alcuni scienziati il cambiamento comporterebbe un costo nascosto perché richiederebbe a tutti di ripristinare il proprio orologio interno, creando una sorta di “Jetlag sociale”.
Ora di sonno in meno i critici rimproverano invece alla DST di non portare in realtà questi sostanziali risparmi elettrici. Secondo un recente “studio statunitense”:https://www.physorg.com/news187946326.html?xid=rss-fullcontent ai minori costi dell’illuminazione si opporrebbero quelli dovuti alla climatizzazione estiva prolungata di un’ora al giorno. I dati Terna comunque parlano chiaro: dal 2004 al 2009 l’Italia ha risparmiato complessivamente oltre 3,7 miliardi di kilowattora, corrispondenti a circa 500 milioni di euro di minor costo ed è stata evitata l’immissione in atmosfera di 2,1 milioni di tonnellate di anidride carbonica. E precisa “che la maggiore richiesta di energia elettrica nei mesi estivi più caldi è dovuta all’utilizzo dei condizionatori d’aria, ed è quindi indipendente dall’ora legale, poiché legata esclusivamente a fattori climatici e di temperatura e non al maggior numero di ore di luce naturale”.