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Il riciclo del PET migliora grazie alle microonde

Il progetto Gr3n si è aggiudicato il Premio Innovation Radar grazie a una nuova tecnologia in grado di incrementare la qualità del PET riciclato

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Nuovi passi avanti nell’upcycling del PET

(Rinnovabili.it) – Il riciclo della plastica migliora e diventa più redditizio. Il merito va al progetto Gr3n, vincitore dell’annuale premio europeo Innovation Radar. L’iniziativa è nata nel 2011, quando due dei fondatori – Maurizio Crippa e Matteo Parravicini – hanno avuto l’idea di testare su scala di laboratorio una de-polimerizzazione chimica “accelerata” dei rifiuti plastici complessi (PET / poliestere). Il segreto di questo processo? L’uso delle microonde, fulcro di DEMETO, acronimo complesso di Depolymerization by MicrowavE TechnolOgy. In poche parole, i rifiuti plastici sono scomposti velocemente negli elementi costitutivi originali che possono essere nuovamente assemblati in polimeri vergini. “Nei decenni passati sono stati spesi molti sforzi per trasferire il riciclo chimico dai laboratori di ricerca all’industria, ma gli aspetti economici hanno bloccato la vita delle soluzioni proposte. Grazie alla tecnologia DEMETO questo approccio diventa reale”, si legge sul sito web del progetto.

 

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Il processo sfrutta la radiazione microonde per accelerare l’idrolisi alcalina dei rifiuti plastici, riducendo i tempi di reazione da 180 a 10 minuti. Permettendo di riottenere monomeri originali, la tecnologia chiude definitivamente il ciclo di vita del PET e, accorciando i tempi, si rende adatta all’implementazione industriale. Inoltre, la tecnica permette di rimuove i coloranti migliorando ulteriormente la riciclabilità.

 

Dal 2015 al 2018 l’innovazione di Gr3n è stata sviluppata da SYMBIOPTIMA, progetto europeo finanziato da Horizon 2020 e dedicato a promuovere l’interazione fra industrie e settori diversi, per un riutilizzo benefico dei flussi (es. acqua, energia, rifiuti, sottoprodotti). Come spiega CORDIS, presente durante l’evento di premiazione, il consorzio di SYMBIOPTIMA “si è assicurato finanziamenti per sviluppare un prototipo di livello industriale capace di trattare 100 chilogrammi all’anno. Entro il 2019, intende completare un impianto dimostrativo con una capacità di 1000 tonnellate all’anno”. Con maggiori finanziamenti (circa3 milioni di euro), Gr3n spera di passare alla fase successiva, ossia la commercializzazione.

 

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