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Dieselgate, la saga continua…

Una sentenza del tribunale di Augusta condanna il Gruppo Volkswagen a rimborsare al proprietario di una Golf l’intero prezzo del veicolo acquistato nel 2012, 3 anni prima che scoppiasse il dieselgate

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Circa 11 milioni i veicoli col dispositivo fraudolento coinvolti nel dieselgate

 

(Rinnovabili.it) – Ricordate il dieselgate e tutto il polverone che ha sollevato? Sono passati 3 anni dalla pubblica accusa che l’EPA rivolse al Gruppo Volkswagen, da quando cioè vennero alla luce tutte quelle pratiche poco lecite per falsificare i dei dati sulle emissioni di ossido di azoto dei veicoli diesel, con cui l’industria automobilistica ha barato sui test emissioni. Le stime parlano di milioni di veicoli coinvolti in tutto il mondo, un numero cresciuto ancora di più quando si è scoperto che oltre al Gruppo Volkswagen, ce ne erano altre 9 di case automobilistiche ad aver barato sulle emissioni, producendo e vendendo veicoli diesel fino a 16 volte più emissivi su strada rispetto a quanto rilevato in laboratorio. 

 

Lo scorso 14 novembre succede che un tribunale tedesco ha stabilito che Volkswagen dovrà rimborsare al proprietario di una Golf l’intero prezzo originale del veicolo acquistato nel 2012. Il tribunale civile di Augusta, infatti, ha stabilito che la casa automobilistica ha agito immoralmente installando deliberatamente software per imbrogliare sulle emissioni e aumentare vendite e profitti, e che per questo la condanna a rimborsare al proprietario quasi 30.000 euro. Secondo Volkswagen la corte di Augsburg ha applicato erroneamente la legge, motivo per cui farà ricorso. “A nostro parere – dichiara la compagnia in una nota – non esiste una base legale per i reclami dei clienti. I clienti non hanno subito perdite né danni. I veicoli sono sicuri e maneggevoli”, aggiungendo anche che, da quando è partito lo scandalo a oggi, sono state emesse circa 9.000 sentenze e che la maggior parte delle denunce dei clienti non ha avuto successo nei tribunali distrettuali e superiori. Per VW, dunque, la decisione del tribunale distrettuale di Augusta è quindi in contraddizione con le decisioni prese da altri tribunali in casi analoghi.

 

Circa 11 milioni i veicoli su cui Volkswagen ha ammesso di aver installato il dispositivo fraudolento per coprire le emissioni, 500.000 solo quelli statunitensi, che la casa automobilistica si è offerta di riacquistare in seguito alle denunce dell’EPA, un saldo che gli è costato miliardi di dollari. In Europa invece la compagnia non ha raggiunto un accordo simile e si trova ad affrontare la peggiore crisi economica della sua storia. Figuriamoci, poi, se dovesse rimborsare ogni singolo consumatore.