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Il ruolo delle pianure alluvionali nella lotta climatica

Le aree vicine ai fiumi offrono una protezione economicamente vantaggiosa dalle inondazioni e sono in grado di migliorare la salute di un intero ecosistema fluviale

pianure alluvionali

 

 

Fino al 90% delle pianure alluvionali europee risulta ecologicamente degradato

(Rinnovabili.it) – Ripristinare quanto più possibile lo stato naturale delle pianure alluvionali europee permetterebbe di fondere la protezione ambientale con le attività di aumento della resilienza climatica. È quanto sostiene l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) nel nuovo briefing intitolato ‘Why should we care about floodplains?. Il documento analizza i potenziali benefici legati al ripristino di aree naturali lungo il corso dei fiumi, aree che sono coperte dall’acqua durante inondazioni e straripamenti.

Gli studi di settore prevedono che il cambiamento climatico aumenterà la frequenza delle alluvioni e il tasso di siccità in diverse parti d’Europa (Leggi anche Boom di eventi estremi se non rispettiamo l’accordo sul clima). In entrambi i casi le pianure alluvionali svolgono un ruolo da cuscinetto naturale: durante le piogge abbondanti, forniscono all’acqua più spazio, impedendo la formazione nei fiumi di onde alte e veloci; durante le stagioni secche, rilasciano lentamente le risorse idriche che hanno immagazzinato, mitigando i peggiori effetti della siccità.

 

Peccato che allo stato attuale il 70-90% di queste zone in Europa risulti essere degradato dal punto di vista ecologico a causa delle attività umane. Oggi molte delle principali città europee si trovano nelle pianure alluvionali che attualmente ospitano in media il 15% della popolazione europea; in Austria, Paesi Bassi, Slovacchia e Slovenia questa percentuale sale a oltre il 25%. L’aumento dell’urbanizzazione e la crescita economica unitamente ad una più ampia superficie agricola, continuano a determinare profondi cambiamenti nei sistemi fluviali, portando al prosciugamento di queste preziose zone cuscinetto.

 

Le soluzioni messe in atto dall’uomo, compresi i progetti per il controllo delle piene, lo sfruttamento idrico e la produzione idroelettrica, hanno contribuito notevolmente a disconnettere i fiumi dalle loro pianure alluvionali, riducendo notevolmente i loro ruolo nella mitigazione dei cambiamenti climatici e degli meteo estremi. “Oltre alla protezione dalle alluvioni e dalla siccità – spiega l’Agenzia –  le pianure alluvionali naturali possono prevenire l’erosione, migliorare la formazione del suolo, purificare l’acqua rifornendo i serbatoi di acque sotterranee e sostenere la conservazione di habitat e specie, compresi molti uccelli. Tuttavia, la stragrande maggioranza di questi habitat presenta uno stato di conservazione inadeguato o inadeguato”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.