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Impianti di biometano in Italia: 8 centrali alimentate a rifiuti

Il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) fa il punto sul biometano da FORSU. Centemero: “L’Italia è pronta a cogliere questa innovazione”

impianti di biometano in Italia
Impianto Gruppo Hera alle porte di Bologna a Sant’Agata Bolognese (foto di Silvia Camporesi)

 

Dai rifiuti organici urbani all’energia in rete: crescono gli impianti di biometano in Italia

(Rinnovabili.it) – Dalla prima centrale italiana messa in funzione nel 2017 a Bergamo, alle ultime unità produttive in fase di realizzazione: gli impianti di biometano in Italia stanno finalmente ingranando. Entro la fine del 2018 dovrebbero essere attive sul territorio nazionale 8 strutture alimentate a FORSU, ossia il materiale raccolto dalla differenziata dell’organico. A fare il punto della situazione è il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) in occasione del convegno di Ecomondo dedicato al ruolo del gas rinnovabile nella transizione energetica ed economica.

Il biometano da FORSU rappresenta uno degli assi portanti del futuro dell’economia circolare: l’Italia è pronta a cogliere questa innovazione ed entro la fine del 2018 saranno 8 gli impianti consorziati CIC in grado di produrre biometano a partire dai rifiuti organici”, sottolinea Massimo Centemero, direttore del consorzio.

 

A dare il via alla produzione dal trattamento dei rifiuti organici urbani è stato lo scorso anno l’impianto di Montello Spa. Una seconda struttura, la prima del Centro-Sud Italia connessa alla rete nazionale del gas, è stata inaugurata a settembre 2018 dalla Calabra Maceri. Quasi contemporaneamente è stato tagliato il nastro dell’impianto SESA di Este (Padova) con l’apertura del primo distributore di biometano proveniente dalla trasformazione del rifiuto organico e della centrale del Polo Ecologico Acea a Pinerolo (TO) dove il metano prodotto viene impiegato in via sperimentale sui veicoli aziendali per la raccolta i mezzi della raccolta dei rifiuti.

A questi impianti si sono aggiunti nelle ultime settimane quello di Sant’Agata Bolognese (BO) e di Finale Emilia (MO), mentre altri due avvieranno la produzione o immetteranno biometano in rete entro la fine del 2018.

 

“Quest’anno il decreto legge, varato a marzo, per la promozione dell’uso del biometano nel settore dei trasporti e le agevolazioni per le imprese a forte consumo di gas naturale ha segnato una svolta importante, così come l’approvazione del nuovo pacchetto di direttive europee sull’economia circolare che punta a valorizzare il rifiuto organico in Italia”, ha aggiunto Centemero. “La rivoluzione del biowaste è pronta a coinvolgere tutto il Paese […] Grazie all’upgrading del biogas a biometano, nel prossimo biennio si potrebbero avere circa 200 mln di Nm3/anno di biocarburante avanzato da FORSU”.

Gli fa eco Piero Gattoni, Presidente CIBSe vogliamo conseguire il traguardo di un’economia a zero emissioni nette entro il 2050, dobbiamo considerare il biometano come un elemento chiave anche in termini di sostenibilità economica: a livello europeo, infatti, potremmo arrivare a produrre oltre 122 miliardi di metri cubi di gas rinnovabile entro trent’anni; tale produzione ci permetterebbe di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione risparmiando fino a 138 miliardi di euro”.