Un nuovo rapporto Fao punta i riflettori sulla filiera casearia e il suo rapporto con i gas serra, coprendo tutti i principali sistemi di produzione di latte, dalle mandrie nomadi alle operazioni di produzione intensificata
(Rinnovabili.it) – Secondo quanto rivelato da una nuova “relazione”:https://www.fao.org/docrep/012/k7930e/k7930e00.pdf FAO il “ciclo di vita” del latte avrebbe un’impronta ecologica non sottovalutabile nel conteggio globale delle emissioni a effetto serra: poco meno del 3% dei gas climalteranti sarebbero da ascrivere alla filiera sopracitata. La valutazione redatta dall’organizzazione Onu è la naturale prosecuzione del lavoro del 2006 “Livestock’s Long Shadow” sul contributo di bestiame alla questione climatica in cui si rivelava come il settore zootecnico fosse responsabile del 18% delle emissioni antropiche totali.
A quattro anni di distanza la FAO torna a fornire un’approfondita valutazione del rapporto allevamenti/gas serra concentrandosi stavolta di tutte le fasi del comparto lattiero caseario, dalla produzione alla trasformazione fino al trasporto dei prodotti, compresi fattori come i fertilizzanti, i pesticidi e i mangimi.
L’obiettivo dello studio è duplice: da una parte sviluppare un approccio _Life Cycle Assessment_ applicabile al settore a livello mondiale, e dall’altra applicare questa metodologia per valutare, e di fornire spunti d’azione per controllare le emissioni associate ai bovini da latte. Il rapporto le principali emissioni associati alla produzione lattiera, vale a dire anidride carbonica, metano e protossido di azoto, comprendendo i capi bestiame connessi, compresi i vitelli e gli animali allevati per la loro carne. “Questo rapporto è fondamentale per capire e individuare le opportunità di riduzione dell’impatto ambientale della filiera lattiero casearia pur continuando a fornire prodotti alimentari sicuri e nutrienti”, ha detto Samuel Jutzi, Direttore della Divisione Sanità e Produzione Animale della FAO.