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Meno 40% di CO2: Strasburgo dice la sua sulla direttiva emissioni auto

La Commissione ambiente dell’Europarlamento alza il tiro sulla riduzione delle emissioni e chiede una quota di mercato del 35% di auto ecologiche

direttiva emissioni auto

 

 

 L’ENVI aumenta l’ambizione della direttiva emissioni auto e furgoni

(Rinnovabili.it) – Non avrà osato tanto, ma la Commissione Ambiente (ENVI) dell‘Europarlamento ha fatto ciò che ci si aspettava: ha alzato gli obiettivi della nuova Direttiva emissioni auto e furgoni rispetto alla bozza dell’esecutivo europeo. La votazione degli eurodeputati si è conclusa da poco a Strasburgo: con 389 sì, 239 no e 41 astenuti, la risoluzione legislativa della relatrice Miriam Dalli (S&D) incarna oggi la nuova posizione assunta da Strasburgo nei confronti della proposta legislativa sui limiti di CO2 per le auto e veicoli commerciali leggeri.

Il provvedimento in questione fa parte del Pacchetto per la Mobilità Pulita presentato dalla Commissione europea l’8 novembre 2017, contenente diverse misure legislative, un piano d’azione per i combustibili alternativi e una comunicazione sulla mobilità a basse emissioni. Ma fra tutti gli elementi del Pacchetto, la direttiva emissioni auto e furgoni è sicuramente quello su cui verte la maggiore attenzione.

 

L’Unione Europea è chiamata oggi a dimostrare d’avere ancora in mano le redini della lotta climatica, soprattutto dopo i ripetuti scandali che hanno coinvolto le case automobilistiche (leggi anche Scandalo emissioni auto: Stati e Commissione sapevano da oltre 10 anni). Ma il provvedimento, almeno nella sua forma iniziale, ha saputo accontentare solo il mondo dell’automotive. La proposta originale prevede, infatti, che le emissioni medie di biossido di carbonio delle autovetture e dei furgoni nuovi, registrati nell’UE, diminuiscano del 15% nel 2025 e del 30% in meno nel 2030 rispetto ai rispettivi limiti del 2021 (ossia 95 g CO2 / km per le auto e 147 g CO2 / km per i veicoli commerciali leggeri). Nel testo  presenti anche sanzioni per chi non dovesse rispettare il target.

Inutile dire che la nuova formulazione presenta falle che non sono passate inosservate ai “furbetti  della CO2” (leggi anche Emissioni auto: nuove regole ma i produttori stanno già imbrogliando)

 

Cosa cambia nel progetto di legge votato oggi nell’Europarlamento? Come prima cosa l’entità del taglio: i deputati chiedono di fissare la riduzione delle emissioni al 40% entro il 2030, con un obiettivo intermedio del 20% entro il 2025. L’ENVI chiede anche che le case automobilistiche garantiscano ai veicoli a emissioni zero e a basse emissioni – ZLEV (auto elettriche o veicoli che emettono meno di 50 g CO2/km) una quota di mercato  di almeno il 35% sulle vendite di nuove auto e furgoni entro il 2030 e del 20% entro il 2025. Le multe pagate da quanti non rispetteranno gli obiettivi, alimenteranno un fondo destinato ai lavoratori altamente qualificati colpiti da cambiamenti nel settore automobilistico.

 

Non solo. Strasburgo invita l’esecutivo a presentare, entro due anni, una proposta per introdurre i test Real Driving Emissions (RDE) anche per la misurazione della CO2. Il dispositivo, per ora, è impiegato solo per misurare inquinanti gli ossidi di azoto (NOx) durante la prova del veicolo su strada, consentendo così di confermare se anche i risultati dei test di laboratorio evidenziano le normali condizioni di utilizzo. Il test RDE per la CO2 deve essere operativo dal 2023, chiedono i deputati. Fino ad allora, le emissioni di carbonio dovrebbero essere misurate sulla base dei dati dei contatori del consumo di carburante delle automobili.

Entro la fine del 2019, la Commissione europea dovrà inoltre proporre una legislazione per attivare una sorta di etichettatura per le auto, sul modello della più famosa energy label: in questo modo verrebbero fornite ai consumatori informazioni accurate e comparabili sul consumo di carburante, sulle emissioni di CO2 e sulle emissioni inquinanti delle autovetture nuove.

Ma la strada per la versione finale della direttiva emissioni auto e furgoni, è ancora lunga. I ministri dell’UE adotteranno la loro posizione comune il 9 ottobre. Quindi il 10 ottobre inizieranno i negoziati con l’Europarlamento per un accordo in prima lettura.