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Energia pulita e biodiversità, le sfide del Wwf per l’Earth Day

Per la Giornata della Terra l’associazione ambientalista fornisce il quadro degli interventi necessari per tutelare il pianeta da inquinamento e estinzione delle specie. Nel 2050 la perdita di biodiversità costerà quanto il 4% del PIL europeo

(Rinnovabili.it) – Festeggiare la terra, le sue ricchezze e la sua bellezza. E’ questo lo spirito con cui in 190 nazioni oggi si celebra _Earth Day_. Una giornata in cui riflettere, confrontarsi e studiare nuove strategie per mettere in salvo il futuro del nostro pianeta. Un doppio festeggiamento, quello di questa edizione 2010, che cade proprio nell’anno che l’ONU ha scelto di dedicare alla biodiversità.
E sono proprio la tutela delle biodiversità e le scelte consapevoli dei governi nel campo delle energie rinnovabili al centro dell’analisi del Wwf per la Giornata della Terra. L’associazione ambientalista, infatti, ha fotografato la situazione attuale del nostro pianeta, evidenziando come il suo futuro possa davvero essere in pericolo. Per scongiurare un lento e inarrestabile declino le nazioni sono chiamate a riflettere ad esempio sul fatto che la capacità di assorbimento di carbonio da parte dei sistemi naturali e degli oceani è passata in 50 anni dal 60% al 55%. Ma anche i piccoli gesti quotidiani possono fare la differenza, se si considera ad esempio che per una buona qualità di vita, ognuno di noi consuma in media almeno 80 litri di acqua. Un dato significativo se consideriamo che ne servono 10 per produrre un foglio di carta, 140 per una tazzina di caffè e 8.000 per produrre un paio di scarpe.

Per garantire anche alle generazioni future un ecosistema sano e in equilibrio, molti sono gli organismi internazionali al lavoro, in questi anni. Uno degli studi più importanti nato per calcolare il rapporto tra investimenti e servizi provenienti dalla biodiversità, ad esempio, è il TEEB, patrocinato dall’UNEP e finanziato dal governo tedesco. I suoi dati hanno rilevato come l’investimento nella conservazione, nella gestione e nel restauro degli ecosistemi possa essere fonte di grandi profitti economici soprattutto per il futuro. Solo per fare qualche esempio ripristinare un ettaro di area costiera potrebbe arricchire la comunità locale di circa 73.900 dollari, e addirittura tutelare la stessa area di barriera corallina potrebbe rendere e fino a 129.000 dollari. Le specie che, invece, stiamo già distruggendo o portando all’estinzione ogni anno ci costano molto di più. Alcune ricerche infatti, come la COPI (Cost Of Policy Inaction), dicono che in Europa, nel 2050, la distruzione della biodiversità terrestre costerà circa 1.100 miliardi di euro ogni anno, circa il *4% dell’intero PIL europeo*.
La sfida del futuro si gioca anche e soprattutto nel campo energetico, però. Per rendere veramente ospitale il nostro pianeta da qui a cento anni bisognerà potenziare, su scala mondiale, l’investimento nelle energie rinnovabili, che potranno essere anche un ottimo volano per l’occupazione. A esserne convinto anche Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia, secondo cui “la chiave per la creazione di posti di lavoro e per un’economia sostenibile e garantita a lungo termine sarà fare in modo che le attività economiche rispettino i limiti ecologici – ha detto – Per questo il WWF chiede che gli obiettivi europei per il 2020 (20/30% riduzione delle emissioni, 20% energie rinnovabili, 20% efficienza energetica) siano estesi anche alla biodiversità, per fermarne la perdita da qui a dieci anni”.