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Tra Italia e Serbia l’energia dell’idroelettrico

Firmata una dichiarazione congiunta che istituisce il Business Council italo-serbo per rafforzare la promozione dei rapporti economici e commerciali fra i due Paesi

(Rinnovabili.it) – Idroelettrico. Questa la parola chiave su cui ruota e si rinnova l’asse economico-commerciale tra Belgrado e Roma, la prima mercato strategico per l’accordo di libero scambio con la Russia, la seconda ormai affermatasi primo partner dello stato dell’ex-Jugoslavia. Sul palco offerto dal Forum Italia-Serbia la collaborazione si è rinsaldata nella Dichiarazione sulla fondazione del comune Business Council firmata tra il Ministro Scajola e vice primo Ministro serbo, Mladjan Dinkic e mirata alla promozione dei rapporti imprenditoriali, nello stesso modo in cui sono stati portati avanti i rapporti con Francia e Germania. E tra le questioni cardine non poteva ovviamente mancare il tema energetico.
In tale contesto i diversi accordi stretti evidenziano da un lato il terreno fertile del Paese balcanico in termini di condizioni d’investimento e dall’altro l’obiettivo comune fra le due parti di accelerare il processo d’ingresso serbo nella rete europea.
Nel dettaglio, alla presenza del Ministro dell’Energia della Serbia, Petar Škundrić e quello della Repubblica Serba della Bosnia Erzegovina, Slobodan Puhalac, sono state sottoscritte intese finalizzate alla realizzazione di impianti idroelettrici sull’Ibar e il Sava, così come l’utilizzo dell’elettricità proveniente dalla centrale sul fiume Drina. L’energia prodotta da queste istallazioni, circa 1500 GWh l’anno, potrà poi essere importata in Italia attraverso le nuove interconnessioni tra Serbia e Montenegro e tra Montenegro e Italia, in corso di studio e realizzazione.
“Il Forum Italia Serbia – ha affermato il Ministro Scajola – è stata una preziosa occasione per fare il punto sulle attuali relazioni economiche tra i nostri due Paesi e soprattutto per individuare nuove opportunità di collaborazione. Occorre infatti estendere la nostra collaborazione e finalizzarla al settore dei distretti, dove l’esperienza italiana può essere un modello per lo sviluppo di analoghe realtà in Serbia”.