Lungo il fondale antistante la spiaggia, verrà collocata una barriera antierosione sotto la superficie del mare: un sistema ecocompatibile adottato dall’Area Marina Protetta Cinque Terre per favorire il ripascimento dell’arenile e il ripopolamento delle specie ittiche.
«Il progetto, ideato dalla Società Reef Consulting e coadiuvato dall’Area Marina Protetta, – spiega Claudio Valerani, tecnico dell’AMP Cinque Terre – prevede la costruzione di un’imponente barriera soffolta, posta cioè sotto la superficie del mare, di circa 150 metri di lunghezza, finalizzata al naturale ripascimento dell’arenile dello spiaggione di Corniglia, oggi pesantemente eroso.»
A circa 150 metri dalla spiaggia, in un fondale di circa 7 metri, saranno infatti collocati in linea 27 moduli anti erosione a forma di tripode.
«Ogni anno il mare con le sue correnti sposta la sabbia e la ritrae verso il largo per restituirla in primavera – informa Guido Beltrami, responsabile del progetto per la società Reef Consoltin. A Corniglia questo fenomeno ha interessano dinamiche che ciclicamente raggiungevano profondità di 5 metri. In questi ultimi anni, a causa delle trasformazioni delle correnti e delle maree, il movimento del sedimento ha raggiunto invece i 7 metri di profondità impedendo il rideposito lungo il bagnasciuga e privando la spiaggia del naturale effetto di ripascimento. Il progetto – continua Beltrami – attraverso l’effetto barriera e la dissipazione dell’energia cinetica delle correnti mira a riportare la sedimentazione a 5 metri ricreando in maniera naturale la spiaggia.»
Un intervento polivalente amico dell’ambiente
E’ la prima volta che un’Area Marina Protetta adotta strutture con sistemi ecocompatibili e sostenibili a forma di tripode. Il modulo a tripode tecnoreef – brevettato dall’omonima società e già impiegato in passato nell’AMP, come sistema per alcuni ormeggi destinati alla nautica da diporto – è un manufatto in calcestruzzo armato “sea friendly”, costituito dall’assemblaggio di singoli elementi a forma esagonale particolarmente affini alle caratteristiche ambientali presenti nell’ecosistema marino.
La particolare forma a tripode, e la tipica struttura cava che ne risulta, permette la realizzazione di un efficace barriera che neutralizza la corrente erosiva generata dal moto ondoso (la principale causa dell’impoverimento delle spiagge) e contemporaneamente offre, in seno agli anfratti interni, un ideale substrato per la colonizzazione di organismi marini creando un microhabitat particolarmente produttivo, sufficiente per il ripopolamento del litorale.
«Per il momento il progetto pilota interesserà l’arenile di Corniglia, – conclude Valerani – ma non è da escludere che possa essere replicato anche lungo il litorale o in altri siti sensibili esposti ai fenomeni erosivi».