Ridimensionamento del capitalismo, un referendum su tematiche ambientali e rispetto tra i popoli e nei confronti della Natura. Definiti gli obiettivi principali e raccolti nel documento che, firmato da tutti i partecipanti, sarà consegnato durante la conferenza di Cancun
(Rinnovabili.it) – Grande partecipazione alla prima edizione della Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici e sui diritti della Madre Terra la cui conclusione è andata coincidendo con la 40° edizione delle “Earth Day”:https://www.rinnovabili.it/giornata-della-terra-una-strada-lunga-40-anni-402736. I numeri parlano di ben 35.000 presenze provenienti da più di 140 paesi, direttamente dai 5 continenti. Una mobilitazione, quella per prender parte alla prima conferenza boliviana sul clima, che sta a significare quanto i popoli siano interessati alla salvaguardia dell’ambiente e della Natura.
La tre giorni ha messo in evidenza i punti comuni nella definizione e nella spartizione delle colpe alla base dei danni legati al cambiamento climatico che stanno mettendo in difficoltà le popolazioni di ogni parte del mondo. Il principale indiziato sembra essere il capitalismo, modello di produzione e di sviluppo che, dando troppa importanza al profitto, mette in secondo piano la necessità di rispettare l’ambiente e le risorse. Da questa e da altre consapevolezza è nata la necessità, quindi, di indire un referendum globale incentrato sulle tematiche ambientali di importanza globale programmato, non ancora in maniera definitiva, per il prossimo giorno della Terra che cadrà, come ogni anno da 4 decenni, il 22 aprile 2011.
Tra le proposte decisive anche l’istituzione di una Corte Internazionale di Giustizia Climatica e Ambientale con sede in Bolivia, affinché non rimangano impuniti i reati ambientali. Questa ed altre proposte rientrano ormai nella Dichiarazione Universale sui Diritti della Madre Terra di Cochabamba, nata per racchiudere tutti i buoni propositi da consegnare nelle mani dell’Onu in occasione della prossima conferenza messicana di fine anno.
Basare l’attività antropica sulla complementarietà, solidarietà, equità, benessere collettivo e soddisfazione di tutti i popoli in armonia con la Madre Terra questo il messaggio lanciato dal presidente Evo Morales durante la manifestazione di Cochabamba “La Madre Terra è ferita e il futuro dell’umanità è a rischio” sottolineando come, qualora la temperatura dovesse innalzarsi di 2 gradi Celsius “Ci sarà una probabilità del 50% che i danni saranno irreversibili”.
All’incontro è intervenuto, tra le numerose altre personalità, anche il presidente venezuelano Hugo Chavez, definendo la manifestazione come un proseguimento della Conferenza Onu svoltasi in Danimarca ricordando come l’ “importante summit di Copenaghen, così a lungo organizzato, annunciato, dibattuto e discusso nel quadro delle Nazioni Unite è stato un grande fallimento” e come si riveli dunque necessaria la creazione di un documento che sia vincolante e accolto da tutti i paesi impegnati nella lotta al cambiamento climatico.
Tutte le speranze sono quanto mai concentrate nell’incontro di fine anno: prossima tappa, Messico.