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Europarlamento: tempo supplementare ai grandi inquinatori industriali?

Il Comitato Ambiente in seno al Parlamento Europeo ha votato per un ritardo fino al 2019 dell'entrata in vigore della nuova direttiva IPCC

(Rinnovabili.it) – Concedere più tempo ad alcuni impianti energetici industriali per conformarsi agli standard che regolano la diminuzione delle emissioni. Si tratta della proposta votata oggi a Strasburgo dal Comitato Ambiente ed approvata con 40 voti a favore, 13 contrari e 4 astensioni, segno per molti che più grandi paesi ricorrenti al carbone dell’Unione europea stanno vincendo la battaglia sulla direttiva contro l’inquinamento dell’aria. La norma (conosciuta anche come “direttiva IPPC”), che sostituisce la 96/61/CE, impone il rilascio di un’autorizzazione per tutte le attività industriali e agricole che presentano un notevole potenziale inquinante. L’autorizzazione può essere concessa solo se vengono rispettate alcune condizioni ambientali, per far sì che le imprese stesse si facciano carico della prevenzione e della riduzione dell’inquinamento che possono causare. Vengono così fissati alcuni requisiti concreti come: valori limite di emissione delle sostanze inquinanti; eventuali misure per la tutela del suolo, delle acque e dell’aria; misure per la gestione dei rifiuti; riduzione al minimo dell’inquinamento a lunga distanza o transfrontaliero e così via.
Critico l’eurodeputato Holger Krahmer (ALDE, DE) che aveva già predetto il possibile risultato: “I deputati del Comitato Ambiente hanno raggiunto un compromesso concordando un livello minimo di emissioni molto vicino alla posizione del Consiglio. Purtroppo molti Stati membri non mostrano la minima volontà politica di imporre ai propri impianti industriali standard di produzione green più elevati. I grandi impianti avranno ora certamente tempo più che sufficiente per rispettare le regole”, ha commentato dichiarandosi “molto deluso” che la nuova direttiva non porti a un cambiamento radicale rispetto alla legge esistente in materia. Se la nuova testo venisse approvato le industrie avrebbero tempo fino al 2019 per conformarsi ai regimi emissivi, guadagnando così 3 anni di tempo rispetto alla vecchia scadenza fissata al 2016. Le autorità pubbliche avranno un margine di manovra sul rilascio dei permessi, ma i deputati hanno votato anche per ottenere un testo più incisivo sulle “migliori tecniche disponibili” in riferimento al minimizzazione degli sprechi e limitazione delle sostanze pericolose.

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