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PM10 ed acque reflue, Italia e Spagna rischiano grosso

Italia e Spagna richiamate dalla Commissione Europea per il mancato recepimento delle direttive sul trattamento delle acque reflue. Al nostro paese arriva anche il monito per l'alta percentuale di PM10

(Rinnovabili.it) –Secondo ed ultimo avvertimento per l’Italia, ammonita dalla Commissione europea per non aver rispettato le norme che regolano le emissioni di particolato fine, meglio conosciuto come PM10, pericoloso inquinante molto dannoso per la salute. Sprigionato dalle industrie, dai sistemi di riscaldamento domestico e dal trasporto, il particolato supera i livelli stabiliti nel giugno 2008 dalla Direttiva UE sulla qualità dell’aria (che prevede come valori limite per il PM10 una concentrazione annuale di 40 microgrammi μg/m3 e una concentrazione giornaliera di 50 μg/m3, da non superarsi per più di 35 volte all’anno) spingendo il Commissario UE per l’ambiente, Janez Potočnik, a rilasciare la seguente dichiarazione: _“L’inquinamento atmosferico continua a causare ogni anno più di 350 000 morti premature in Europa. In Italia sono ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10 000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa del particolato. Gli Stati membri devono continuare a prendere sul serio le norme europee di qualità dell’aria e adottare i provvedimenti necessari per ridurre le emissioni”._
Ma le brutte notizie per il nostro paese non finisco qui. La Commissione ha deciso di deferire l’Italia e la Spagna alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per due vecchi casi di violazione inerenti il trattamento delle acque “reflue”:https://europa.eu/legislation_summaries/environment/water_protection_management/l28008_en.htm. _”Le acque reflue urbane non trattate costituiscono sia un pericolo per la sanità pubblica che la principale causa di inquinamento delle acque costiere e interne. Non è accettabile che più di otto anni dopo il termine stabilito, l’Italia e la Spagna non si siano ancora conformate a questa importante normativa. La Commissione non ha altra scelta se non portare i due casi di fronte alla Corte di giustizia dell’Unione europea”_, ha aggiunto Potočnik.
L’Italia avrebbe dovuto, entro il 2000, disporre un adeguato sistema di convogliamento e trattamento delle acque reflue nei comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti. A seguito della prima lettera ricevuta nel 2004 Spagna e Italia non hanno però provveduto a risolvere i rispettivi problemi ricevendo così una seconda lettera rispettivamente nel dicembre 2008 e nel febbraio 2009. Nel caso specifico della nostra penisola al tempo vennero segnalate 178 tra città e centri urbani non in norma contro i 38 spagnoli.