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Dalla Corea del Sud il condensatore ibrido che si ricarica in 20 sec

Il KAIST realizza un condensatore ibrido che impiega elettroliti acquosi anziché solventi organici infiammabili, in grado di mantenere una capacità di quasi il 100% dopo 100.000 cicli

condensatore ibrido

 

 

Il condensatore ibrido che parla coreano

(Rinnovabili.it) – Dopo progressi raggiunti nel campo dei supercondensatori dagli scienziati del Regno Unito, i nuovi passi avanti nel settore dello storage arrivano dalla Corea del Sud. L’Istituto nazionale KAIST è a lavoro su un nuovo sistema di accumulo che mira ad alta densità di energia, di potenza e una lunga vita. Il professor Jeung Ku Kang e il suo team della Scuola di specializzazione in energia, ambiente, acqua e sostenibilità hanno realizzato un condensatore ibrido a base di elettroliti acquosi anziché solventi organici infiammabili. La differenza è piccola ma fondamentale: la versione “acquosa” infatti può vantare un’elevata sicurezza ed eco compatibilità rispetto a molti concorrenti oggi sul mercato, ma di contro possiede generalmente bassi livelli di energia e una vita ridotta.

 

Per ovviare al problema gli scienziati coreani hanno giocato con l’architettura del condensatore. Il nuovo dispositivo impiega un elettrolita liquido inserito tra un anodo e un catodo appositamente progettati. L’anodo è realizzato con materiali a catena polimerica a base di grafene, che gli conferiscono un’elevata area superficiale, consentendo di immagazzinare più energia. Il materiale catodico è costituito invece da nanoparticelle di ossido di nichel incorporate su uno strato di grafene.

Grazie a questi materiali disposti in strutture studiate ad hoc, il nuovo condensatore ibrido riesce ad ottenere una densità di energia molto più elevata e soprattutto a vantare uno scambio di elettricità decisamente più rapido rispetto ad altri dispositivi di accumulo “acquosi”, come le batterie di flusso. Il risultato finale è più stabile di qualsiasi prototipo realizzato in passato e mostra una minima perdita di energia, mantenendo una capacità di quasi il 100 percento dopo 100.000 cicli di ossidoriduzione.

 

Il dispositivo sviluppato può essere ricaricato in appena 20-30 secondi utilizzando un sistema di ricarica a bassa potenza, come un’interfaccia USB o una cella fotovoltaica flessibile; u elemento che lo rende adatto all’elettronica portatile. Spiega il professor Kang: “Questa tecnologia eco-compatibile può essere facilmente prodotta e presenta diverse opzioni di applicazione. In particolare, l’elevata capacità e stabilità, rispetto alle tecnologie esistenti, potrebbero contribuire alla commercializzazione di condensatori acquosi. Un sistema di ricarica a bassa potenza, e quindi essere integrati a dispositivi elettronici portatili”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.