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CONOU, nel 2016 cresce la raccolta degli oli usati

Aumentano le tonnellate raccolte ma il riciclo degli oli usati resta al top. Il CONOU segna il record europeo e l'Italia raggiunge gli obiettivi UE con 8 anni di anticipo

oli usati

 

L’Italia prima in Europa per raccolta degli oli usati

 

(Rinnovabili.it) – Aumenta la raccolta, ma il riciclo non ne risente. Il CONOU (Consorzio nazionale che raccoglie e gestisce gli oli minerali usati) mantiene le alte performance degli anni passati, avviando a riciclo il 98% delle oltre 177 mila tonnellate di oli usati raccolte nel 2016. Una crescita del 7% anno su anno, come si legge nel nuovo Green Economy Report del consorzio, curato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e presentato ad Ecomondo.

In un solo anno la raccolta è passata da 167 mila a 177 mila tonnellate, con un avvio al riciclo rimasto intorno al 100%. Cifre che raccontano un contributo alla salvaguardia dell’ambiente, poiché se le 10 mila tonnellate in più fossero finite in acqua, avrebbero potuto inquinare una superficie pari a 50 volte il lago di Garda. L’incremento, tuttavia, è anche dovuto al maggior consumo di lubrificanti nel nostro Paese, che dopo anni di flessione ha registrato nel 2016 un aumento del 4,4%.

 

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Proprio rispetto all’immesso al consumo, tuttavia, il lavoro è ben avviato: le imprese del sistema CONOU hanno recuperato il 44% del totale in Italia, che rappresenta quasi il 100% del potenziale raccoglibile, considerando che una parte rilevante degli oli si consuma durante l’utilizzo. Delle 177 mila tonnellate di oli usati gestite, 173 mila sono state conferite alle imprese di rigenerazione che operano nel sistema consortile. Grazie a questa filiera oli usatiintegrata, è stato possibile produrre 116 mila tonnellate di basi rigenerate e 32 mila tonnellate di prodotti come bitumi e gasoli. Un primato europeo per l’Italia, che stacca di molto gli altri stati membri nell’avvio al riciclo di questi oli minerali. Il nostro paese ha già superato, con 8 anni di anticipo, la soglia dell’85% prevista dal Pacchetto sull’economia circolare di Bruxelles. Il sistema di recupero e rigenerazione consente inoltre di abbattere le importazioni: nel 2016 si sarebbero risparmiati, secondo il rapporto CONOU, circa 47 milioni di euro sulla bilancia petrolifera.

Anche l’impronta di carbonio ne ha beneficiato, così come i consumi di acqua e di suolo: 40 mila tonnellate di emissioni di CO2 evitate473 mila metri cubi d’acqua risparmiati, 240 mila tonnellate di risorse naturali, fossili e minerali e 717 ettari di territorio non consumati.

«Questi numeri – spiega il Presidente del CONOU, Paolo Tomasi – testimoniano tutti i vantaggi della circular economy degli oli minerali usati gestiti dal Consorzio. Negli ultimi mesi è cambiato il nostro nome e sono diventati ancora più forti il progetto, l’innovazione e il gioco di squadra; lo dimostra il deciso aumento dei quantitativi di raccolta, unito a una qualità che si mantiene alta consentendo una percentuale di rigenerazione vicina al 100%. CONOU sarà espressione di una filiera che punterà sempre a migliorarsi: in questi anni siamo cresciuti tutti insieme e vogliamo incrementare ulteriormente le nostre performance».