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Lo smog soffoca Nuova Delhi, la città come “una camera a gas”

I livelli di concentrazione del PM 2.5 hanno raggiunto i 608 μg/m3, 558 μg oltre il limite di sicurezza. L’amministrazione cittadina fa scattare le contromisure d’emergenza

 

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(Sajjad Hussain / AFP / Getty Images)

 

Nuova Delhi si sveglia per il terzo giorno in una cappa di smog

(Rinnovabili.it) – Nuova Delhi si è trasformata in una “camera a gas”. Le parole sono quelle dalla stessa amministrazione cittadina che, nella giornata di ieri, ha lanciato il nuovo allarme smog, invitando la popolazione a evitare attività all’aperto. La capitale indiana è da mercoledì coperta da uno spesso strato di inquinamento atmosferico che sta rendendo l’aria letteralmente tossica. E la situazione, complici delle condizioni meteo poco favorevoli, sta peggiorando di ora in ora.

Le letture dell’ambasciata americana hanno riferito che alle ore 10 di mercoledì mattina livelli di concentrazione del PM 2.5, il particolato ultra fine, hanno raggiunto i 608 μg/m3. Ossia ben 558 punti sopra il livello ritenuto sicuro per la salute umana e 24 volte oltre i limiti imposti dall’Organizzazione Sanitaria mondiale (OMS). I residenti lamentano mal di testa, tosse e bruciore agli occhi, e l’Associazione Medica Indiana ha chiesto al Governo di dichiarare uno stato di “emergenza sanitaria pubblica”. I livelli si particolato sono così alti da aver superato anche quelli di Pechino, altra grande megalopoli che annualmente lotta contro l’aria tossica.

 

Cosa ha determinato l’allarme smog

Che la città sia la più inquinata al mondo non è certo una sorpresa. Ma le attuali condizioni da bollino rosso sono come in quasi tutte le emergenze smog, il risultato di un insieme di fattori. Da un lato c’e la mano umana: all’inquinamento dei veicoli, emissioni industriali e polveri edilizie si uniscono in questi giorni i fumi della bruciatura delle stoppie e della paglia nelle vicine regione agricole, pratica che sta andando avanti da giorni negli stati di Punjab, Haryana e Uttar Pradesh su vastissime zone.

 

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(Sajjad Hussain / AFP / Getty Images)

 

Dall’altro lato ci sono, invece, le condizioni meteorologiche e climatiche. L’inverno mette in gioco il tipico “movimento di affondamento” dell’aria. Raffreddandola e rendendola più pesante, la indirizza verso il suolo con tutto il suo bagaglio di inquinanti. E come spiegato dal Central Pollution Control Board indiano, gli elevati livelli di umidità, unitamente alla mancanza di vento di questi giorni, non permettono alle emissioni di disperdersi.

 

Le contro misure di Nuova Delhi

“Vorrei assicurare alle persone che il governo centrale farà tutto il possibile per ottenere un miglioramento della qualità dell’aria a Delhi e nella regione del capoluogo”, ha affermato Harsh Vardhan, ministro dell’ambiente federale, invitando gli Stati circostanti a interrompere la pratica di incendiare i rifiuti agricoli nei campi. Ma la strategia anti inquinamento risulta ancora debole e del tutto emergenziale. L’amministrazione cittadina ha bandito l’ingresso di autocarri e qualsiasi attività edilizia, ordinando la chiusura di scuole e asili fino alla fine della settimana e aumentando di quattro volte i costi dei parcheggi per costringere i residenti a utilizzare i mezzi pubblici.

 

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(Sajjad Hussain / AFP / Getty Images)

 

Si sta studiando inoltre la possibilità di applicare un divieto alla circolazione dei veicoli basato sulle targhe alterne. Tutti palliativi, come spiega Anumita Roychowdhury del Centro di Scienza e Ambiente di Nuova Delhi “Senza i cambiamenti sistemici, l’ambito e l’impatto delle misure di emergenza saranno limitate”.