La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha migliorato sensibilmente la bozza di Effort Sharing Regulation, la normativa UE sulle emissioni per il dopo-Parigi
(Rinnovabili.it) – La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo (ENVI) ha approvato con 42 voti a favore, 4 contrari e 20 astensioni il testo del relatore Gerben Jan Gerbrandy sull’Effort Sharing Regulation (ESR), il regolamento UE per distribuire i compiti di riduzione delle emissioni tra gli stati membri a partire dal 2020. Il pacchetto copre tutte quelle emissioni che non rientrano nel mercato del carbonio (ETS), e cioè quelle prodotte da settori quali agricoltura, edilizia, trasporti e rifiuti. In totale, si tratta del 60% della CO2 emessa a livello europeo.
Il voto finale del Parlamento Europeo dovrebbe arrivare tra luglio e settembre, e gli scenari restano ancora tutti aperti. Tuttavia, le organizzazioni ambientaliste esultano per il voto dell’ENVI Committee, che ha chiuso alcune delle scappatoie volute dagli stati membri per procrastinare gli impegni. Innanzitutto, verrà adottato un punto di partenza più realistico per calcolare la quota di emissioni da ridurre: si utilizzeranno i livelli del 2018 oppure gli obiettivi climatici nazionali al 2020, se inferiori. La quantità di crediti forestali ammessi per compensare il taglio della CO2 non andrà oltre le 190 milioni tonnellate di CO2 equivalenti, ben al di sotto del limite proposto dalla Commissione Europea di 280.
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Secondo la ONG Carbon Market Watch (CMW), che ha seguito i negoziati e fatto pressione per obiettivi più ambiziosi, la posizione della Commissione Ambiente potrebbe portare a tagliare le emissioni per 400 milioni di tonnellate in più rispetto alla bozza di regolamento avanzata da Bruxelles. Inoltre, si riduce l’utilizzo del meccanismo di flessibilità legato alla gestione forestale, che troppo spesso si è rivelato incapace di rispondere alle attese.
«Il voto di oggi ci mette sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi limitando le scappatoie nel più importante regolamento climatico dell’UE – ha detto Femke De Jong, EU Policy Director di CMW – Ma l’Europa ha bisogno di una spinta ulteriore per cogliere le grandi opportunità in settori quali il trasporto e la gestione dei rifiuti».
Agli stati che non riusciranno a raggiungere i loro obiettivi al 2030, sarà consentito di acquistare quote di carbonio da quelli che invece li avranno superati prima del tempo, per un massimo di 70 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti.
Cristina Mestre, responsabile clima della ONG Transport&Environment, ha dichiarato che «l’Effort Sharing Regulation, se progettato correttamente, può essere un driver importante per la decarbonizzazione dell’economia e adempiere all’accordo di Parigi. Ma il Parlamento Europeo deve sostenere questa posizione nei prossimi negoziati».