La moria dei coralli è più vasta di quanto pensato finora. A causa del riscaldamento globale, nei punti più critici 7 su 10 sarebbero ormai irrecuperabili
(Rinnovabili.it) – La morìa del corallo in seguito al fenomeno dello sbiancamento diffuso sulla Grande barriera corallina è peggiore del previsto. Lo ha annunciato Russell Reichelt, il presidente dell’authority che veglia sul Parco Marino più famoso del mondo. Secondo Reichelt, la barriera avrebbe subito danni significativi ed estesi nel corso degli ultimi due anni.
Sì, perché è la prima volta nella storia che la strage dei coralli si verifica due volte nello stesso anno. Il corallo sbianca – e a volte non si riprende – quando un caldo anomalo lo costringe ad espellere le alghe simbiotiche che vivono sui suoi rami. Con il riscaldamento globale, questi processi naturali ma reversibili stanno diventando definitivi, con impatti enormi sulla biodiversità di un’area che vive di turismo.
Il presidente dell’authority ha detto che «la quantità di coralli morti per sbiancamento nel 2016 è più alta rispetto alle nostre stime originali e ci si aspetta di assistere anche ad un ulteriore calo complessivo per la fine del 2017».
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Le indagini, condotte insieme al Queensland Parks and Wildlife Service, l’Australian Institute of Marine Science e il Centro di Eccellenza per l’ARC Coral Reef Studies, hanno scoperto che il tasso di mortalità più alto mortalità si registra nelle parti settentrionali della barriera. In particolare, la situazione più grave sarebbe a nord di Port Douglas. Lì, si stima che il 70% dei coralli nelle acque basse sia morto, con una significativa variabilità tra le zone riparate e interne degli scogli e quelle più aperte. In definitiva gli esperti hanno concluso che circa il 29% dei coralli nelle acque basse è morto durante il 2016, mentre la stima precedente era del 22%. Tuttavia, una buona notizia è che c’è stata anche una forte ripresa nella parte meridionale del reef, che nello stesso periodo non ha subito sbiancamenti.
Ma il vero problema è che è prevista una ulteriore perdita di corallo quest’anno, poiché per due sbiancamenti così vicini non possono che generare conseguenze peggiori rispetto al passato. A questi due fenomeni si aggiunge l’impatto del ciclone tropicale Debbie.